
Se davvero per loro tre domenica notte segnasse il capolinea politico, l’immagine sarebbe quella di un cerimoniere che pronuncia l’antico monito: “Sic transit gloria mundi”. Ma per Vincenzo De Luca, Michele Emiliano e Luca Zaia – in rigoroso ordine alfabetico – l’uscita di scena somiglia più a una parentesi che a un addio. Lunedì sera gli osservatori seguiranno con attenzione il momento in cui i tre lasceranno virtualmente le rispettive poltrone, occupate per un tempo che in Italia equivale a più ere politiche.
De Luca è l’ultimo superstite della generazione dei sindaci eletti direttamente dal 1993, e da allora non ha mai smesso di muoversi tra Salerno, Roma, il governo e infine la Regione Campania, in un percorso iniziato quando Diego Maradona giocava ancora. Emiliano debuttò con lo slogan “Mett’a Cassano, vota Emiliano”, un richiamo ai tempi in cui Trapattoni guidava una nazionale che avrebbe poi cambiato dieci commissari tecnici. Zaia, nel frattempo, ha attraversato sette governi diversi da presidente del Veneto, unico costante a Palazzo Balbi mentre a Roma cambiava tutto.

Tre figure uniche nel panorama politico
Ribattezzati “Doge” il veneto e “sceriffi” il campano e il pugliese, i tre hanno esercitato un potere riconosciuto e spesso poco incline ai compromessi. Zaia è un raro esempio di leghista capace di raccogliere consensi anche a sinistra, soprattutto per battaglie considerate progressiste, come quella sul fine vita. De Luca ed Emiliano, al contrario, sono frequentemente apprezzati a destra, forse per quel loro stile “legge e ordine” che li ha resi immediatamente riconoscibili.
Definiti spesso “tre tenori” più che tre moschettieri, hanno condiviso nel tempo confidenze e pressioni politiche, arrivando – come racconta uno di loro – “a mettere d’accordo persino Meloni e Schlein” nel bloccare il terzo mandato. Nel caso di Zaia, sarebbe stato addirittura un quarto.
Il dopo-regione: progetti, ipotesi, ritorni
Chiedere loro come vivranno il “dopo” produce risposte molto diverse. Zaia immagina di passare più tempo a Bibano, nella casa dei genitori. Emiliano vuole seguire da vicino la figlia appena nata. De Luca, come spesso accade, scrolla le spalle, lasciando tutto sospeso.
Tra i tre, l’unico realmente fuori dalla contesa è Emiliano. Zaia, infatti, correrà come capolista della Lega alle regionali e valuta un futuro in Parlamento o persino una candidatura a sindaco di Venezia. De Luca, con una lista personale a sostegno di Roberto Fico, potrebbe tornare là dove tutto iniziò: fare di nuovo il sindaco di Salerno.
A Roma osservano i loro movimenti con cautela: le ambizioni nazionali sono per ora solo sussurrate. Quel che è certo è che esiste una chat WhatsApp che li unisce. E da lunedì, c’è da scommetterci, diventerà molto più bollente.


