
Una scelta meditata, condivisa e preparata per oltre un anno. Alice ed Ellen Kessler, icone intramontabili dello spettacolo europeo, hanno deciso di lasciare il mondo insieme ricorrendo al suicidio assistito tramite la DGHS, organizzazione tedesca specializzata nell’accompagnamento alla morte volontaria. A rivelare modalità e dettagli è TMZ, che riporta come il portavoce Wega Wetzel abbia spiegato che l’intero percorso di assistenza – supporto medico, legale e pratiche amministrative – comporti un costo di circa 7.000 dollari per due persone (quasi 6mila euro).
Una decisione preparata da tempo
Le due sorelle, 89 anni, avevano avviato il procedimento più di dodici mesi fa, con l’obiettivo di concludere la propria vita «lo stesso giorno» nella loro casa di Grünwald, alle porte di Monaco. La DGHS sottolinea che non si tratta mai di scelte affrettate: l’accesso richiede iscrizione, colloqui psicologici e verifiche severe. L’associazione ha seguito oltre 600 casi solo nell’ultimo anno, confermando un trend in aumento.
Alice ed Ellen sono morte il 17 novembre, lasciando lettere e messaggi preparati con cura. «Ci rivediamo al settimo cielo», hanno scritto all’amica Carolin Reiber, insieme a un prezioso gioiello di giada da aprire «solo il 18», come raccontato dall’Abendzeitung. Il loro gesto ha immediatamente riaperto un acceso dibattito non solo in Italia, dove il suicidio assistito non è regolamentato, ma soprattutto in Germania, dove persistono forti zone d’ombra.

Il vuoto normativo tedesco e le critiche
Secondo la Sueddeutsche Zeitung, dopo la storica sentenza della Corte costituzionale del 2020 che ha aperto alla morte assistita per chi agisce con piena consapevolezza, la Repubblica federale non ha ancora introdotto norme dettagliate. Due proposte di legge presentate nel 2023 – che prevedevano una consulenza neutrale e indipendente dalle organizzazioni che offrono assistenza – furono respinte.
I numeri confermano la crescita del fenomeno: la DGHS ha registrato 229 casi nel 2022, 418 nel 2023 e 623 nel 2024. Di fronte a questi dati, il quotidiano Bild ha ospitato un editoriale molto netto. «La scelta delle Kessler non è un modello per me», scrive il giornalista cattolico Kai Weise, spiegando che «una morte del genere non mi impone rispetto» e chiedendosi se la società non stia iniziando a “organizzare sempre meglio il suicidio”.
Il capitolo eredità: un lascito distribuito “in modo equo”
Molto amate in Germania, dove l’eco mediatica è stata comunque inferiore rispetto all’Italia, le Kessler continuano a far parlare anche per le scelte testamentarie. Secondo il gruppo Axel Springer, il testamento fu modificato negli ultimi anni: inizialmente tutto sarebbe dovuto andare a Medici senza frontiere, ma poi le gemelle decisero di dividere l’eredità tra varie associazioni, tra cui Unicef, enti per persone con disabilità, il Paul Klingen Künstleroszialwerk e la Fondazione tedesca per la protezione dei pazienti.
«Vogliamo distribuire la nostra eredità in modo equo, non in un unico calderone», avevano dichiarato nel 2024. Tra i beni più rilevanti figura la villa di Grünwald, immersa in un giardino di 900 metri quadrati con piscina. Anche il ricavato della vendita sarà devoluto secondo le loro volontà, chiudendo così un capitolo di vita vissuto sempre in simbiosi, fino all’ultimo istante.


