Vai al contenuto

Taranto, gli operai ex Ilva occupano l’impianto. A Genova i lavoratori dormono in strada

Pubblicato: 20/11/2025 12:17

Ieri e oggi Genova e stamattina anche Taranto sono state teatro di un clima teso negli stabilimenti dell’ex Ilva, dove gli operai di Acciaierie d’Italia hanno deciso di alzare la voce dopo il fallimento delle trattative con il governo e lo strappo dei sindacati. I lavoratori, preoccupati per il futuro occupazionale e produttivo, hanno avviato presidi a oltranza, occupazioni e blocchi stradali nelle aree circostanti gli impianti.
Leggi anche: Genova, operai Ilva bloccano la strada con i mezzi pesanti: “Occupiamo la fabbrica, mille posti a rischio”

A Genova, nel quartiere Cornigliano, gli operai hanno organizzato un corteo interno allo stabilimento, seguito da una notte trascorsa all’aperto, con tende allestite per presidiare la zona. La protesta si sviluppa in parallelo con quella pugliese, a dimostrazione della tensione diffusa tra i dipendenti della siderurgia. Gli operai continuano a scandire slogan come “vergogna, vergogna“, rinnovando le loro richieste al governo e sollecitando un ritorno immediato al tavolo negoziale di Palazzo Chigi.

Sciopero e richieste dei lavoratori

Il nodo centrale della protesta riguarda il possibile utilizzo della cassa integrazione straordinaria per oltre 1.500 nuovi lavoratori, che porterebbe il totale a oltre 6mila. Per i dipendenti, questa misura rappresenterebbe un preludio alla chiusura degli stabilimenti, un rischio concreto per la continuità produttiva e per i posti di lavoro.

Le principali sigle sindacali – Fim, Fiom, Uilm e Usb – hanno annunciato uno sciopero di 24 ore, che si concluderà alle 7 di venerdì 21 novembre. A Genova, dopo la prima giornata di protesta, una nuova assemblea dei lavoratori ha dato vita a un secondo corteo interno. Durante la notte, gli operai hanno mantenuto presidi davanti ai cancelli dello stabilimento, organizzandosi in modo da garantire una presenza costante.

Gli operai hanno sottolineato l’importanza della visita della sindaca di Genova, Silvia Salis, e del governatore Marco Bucci, avvenuta nella giornata di ieri: un segnale di attenzione istituzionale apprezzato dai lavoratori. Tuttavia, la richiesta principale rimane la convocazione urgente del governo con una data certa per discutere del futuro dello stabilimento e del caso Genova.

Futuro incerto e mobilitazione continua

La protesta rischia di protrarsi fino a domenica, con presidi e occupazioni che potrebbero amplificare l’impatto sulle attività produttive e sulla viabilità locale. Gli operai chiedono garanzie concrete sulla decarbonizzazione, sul mantenimento dei posti di lavoro e sulla continuità produttiva degli stabilimenti.

Le tensioni negli stabilimenti di Genova e Taranto riflettono la preoccupazione generale dei lavoratori siderurgici italiani, divisi tra la necessità di mantenere la produzione e la tutela dei propri diritti occupazionali. Il fallimento delle trattative e le misure previste per la cassa integrazione straordinaria hanno innescato una mobilitazione senza precedenti negli ultimi anni, destinata a mettere in evidenza le criticità della gestione industriale e politica del settore.

Il caso dell’ex Ilva conferma come le vertenze industriali italiane possano rapidamente trasformarsi in crisi occupazionali e sociali, con effetti diretti sulle comunità locali e sulle istituzioni coinvolte. Il governo, chiamato a dare risposte concrete, dovrà confrontarsi con la determinazione degli operai e con il rischio di ulteriori tensioni se non verranno chiariti i piani di sviluppo e le garanzie sul futuro del lavoro.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure