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Omicidio di Sofia Stefani, la sentenza: ergastolo per l’ex comandante Gualandi

Pubblicato: 20/11/2025 19:57

Un verdetto pesantissimo, che chiude il primo capitolo di una vicenda che ha sconvolto un intero territorio. A Bologna, l’ex comandante della polizia municipale di Anzola dell’Emilia, Giampiero Gualandi, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Sofia Stefani, agente di 33 anni uccisa il 16 maggio 2024 all’interno degli uffici del comando. La sentenza è arrivata dopo sette ore di Camera di consiglio, al termine di un processo che ha contrapposto due ricostruzioni opposte. Gualandi, accusato di omicidio volontario aggravato, era presente in aula al momento della lettura del verdetto.

La ricostruzione dell’omicidio e il legame tra i due

Secondo quanto ricostruito, Sofia Stefani è stata colpita al volto da «un colpo di pistola» esploso dall’arma di ordinanza di Gualandi mentre si trovavano negli uffici del corpo di polizia locale. I due avevano intrecciato una relazione extraconiugale, scoperta dalla moglie dell’imputato poche settimane prima della tragedia. Per la Procura di Bologna, guidata in aula dalla pm Lucia Russo, non ci sono dubbi: Gualandi «ha volontariamente ucciso Sofia Stefani, perché non riusciva più a controllarla e a governarla», definendolo «un bugiardo seriale e un manipolatore» che avrebbe mentito «prima e dopo i fatti, alla moglie e all’amante».
La richiesta dell’accusa era proprio l’ergastolo, sostenendo che l’imputato meritasse «il massimo della pena».

La difesa parla di tragedia e respinge l’ipotesi di volontarietà

La versione della difesa è stata completamente diversa. L’avvocato Claudio Benenati ha parlato in aula di «tragedia non voluta», sostenendo che il proiettile sarebbe partito accidentalmente. Pur ammettendo la doppiezza insita nel tradimento, il legale ha ribadito che da questo non si può desumere un’intenzione omicida.
Lo stesso Gualandi, interrogato in aula, aveva dichiarato: «Sofia è morta per mia responsabilità, ma non l’ho uccisa volontariamente, questo assolutamente no. Dovrò convivere con i sensi di colpa e non posso aspettarmi alcun perdono».

Una Stanza rosa dedicata a Sofia

Il ricordo di Sofia Stefani non si spegnerà con la sentenza. Il 25 novembre, nella Giornata nazionale contro la violenza sulle donne, verrà inaugurata una Stanza rosa presso la caserma dei carabinieri di Anzola dell’Emilia, uno spazio dedicato all’accoglienza protetta delle vittime. La madre della giovane agente, Angela Querzé, ha commentato con emozione: «Un colpo di pistola ha cancellato la sua giovane vita. Noi perdiamo una parte importante di noi stessi, ma non la volontà di lottare insieme per eliminare la violenza di cui i femminicidi costituiscono l’apice». E sull’iniziativa ha aggiunto: «La Stanza rosa intitolata a Sofia tocca il cuore e rappresenta un gesto di grande rilievo».

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