
Nel Partito democratico cresce la tensione mentre si avvicinano le elezioni regionali. L’atmosfera che si respira è quella delle grandi manovre interne, dove più che gli avversari politici, sono gli “amici” di partito a creare le situazioni più delicate. In un clima di incertezza e rivalità sotterranee, Elly Schlein si trova a dover gestire una maggioranza che non appare più così compatta come all’inizio della sua segreteria.
Le sfide in Veneto, Campania e Puglia rappresentano un banco di prova non solo per il consenso elettorale, ma per la capacità della leader dem di mantenere un partito unito. Mentre la corrente riformista prepara il suo incontro a Prato il 29 novembre, la segretaria deve guardarsi anche da chi siede nelle sue stesse file, dove si moltiplicano le iniziative “autonome”.
Un incontro che divide: la tre giorni di Montepulciano
Dal 29 al 30 novembre, a Montepulciano, è prevista una tre giorni organizzata da Dario Franceschini, Roberto Speranza e Andrea Orlando. Ufficialmente si tratta di un momento di confronto sul futuro del partito, ma per molti sarà l’occasione per discutere, anche in modo riservato, di leadership e di nuovi equilibri interni.
Secondo una ricostruzione de La Stampa, Schlein avrebbe percepito l’iniziativa come “una imboscata”. Quando gli organizzatori l’hanno rassicurata dicendo: “Ma come, è per sostenerti e rafforzarti, mica per condizionarti”, la segretaria avrebbe reagito con freddezza. Consapevole del rischio, ha però scelto di partecipare e di chiudere lei stessa i lavori domenica. Una decisione tattica: meglio osservare da vicino le mosse degli alleati inquieti che lasciar loro campo libero.

Un convegno dal peso politico rilevante
Il programma dell’incontro toscano non è un semplice appuntamento interno. Tra gli ospiti figurano nomi di rilievo: Gianrico Carofiglio parlerà di comunicazione, la storica Michela Ponzani di democrazia, il magistrato Edmondo Bruti Liberati di giustizia. Accanto a loro, anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini e il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri offriranno la loro visione economica.
Un parterre che molti interpretano come il segnale della possibile nascita di un nuovo correntone capace di incidere sulle scelte della segreteria. Un progetto che rischia di limitare il margine di manovra di Schlein proprio mentre i sondaggi mostrano un quadro incerto e l’alleanza con il Movimento 5 Stelle appare appesa agli umori di Giuseppe Conte, al tempo stesso alleato e potenziale rivale.

Una sfida che va oltre le urne
Per la segretaria dem, la vera prova non sarà solo elettorale. Se il Veneto sembra ormai perso e Campania e Puglia non appaiono più come successi garantiti, la difficoltà maggiore sarà contenere i movimenti interni in caso di risultati deludenti. In questo contesto, la riunione dei dissidenti dichiarati – da Pina Picierno a Lorenzo Guerini, da Giorgio Gori a Graziano Delrio – appare quasi meno minacciosa.
Questi esponenti, infatti, chiedono apertamente un ripensamento dell’identità del Pd e uno spostamento verso il centro, mettendo sul tavolo le proprie proposte senza ambiguità. Una trasparenza che, paradossalmente, Schlein sembra preferire rispetto ai sostegni incerti e alle manovre sotterranee di chi, almeno formalmente, le è vicino.

La vera sfida: tenere insieme il partito
Le prossime settimane saranno decisive non solo per i risultati elettorali, ma per la tenuta interna del Pd. Schlein dovrà dimostrare di essere ancora il baricentro di un partito attraversato da correnti e ambizioni personali. In un autunno politico incerto, il rischio è che “gli amici” possano rivelarsi più pericolosi degli avversari dichiarati.
Come recita un antico detto, “il problema sono sempre gli amici”. E per la leader dem, distinguere i veri alleati dai potenziali avversari potrebbe essere la chiave per sopravvivere a un inverno politico che si annuncia più turbolento che mai.


