
Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini lancia un allarme netto: «È estremamente pericoloso». Così ha risposto alla domanda sull’eventuale utilizzo dei beni russi congelati per finanziare l’Ucraina.
Arrivando a un evento elettorale a San Marco in Lamis (Foggia), Salvini ha precisato di non ritenere opportuno discutere di misure così delicate in questo momento. Un tema che, secondo il leader leghista, rischia di aprire scenari imprevedibili sul fronte internazionale.

Il vicepremier ha sottolineato che l’Italia si esporrebbe «a mille problemi», soprattutto mentre si moltiplicano indiscrezioni su piani di pace e nuovi tentativi di mediazione sulla guerra in Ucraina.
Salvini ha aggiunto che, tra proposte americane e discussioni sugli espropri, sarebbe rischioso alimentare ulteriori tensioni politiche e diplomatiche. Da qui la sua contrarietà a utilizzare beni sequestrati a Mosca o agli oligarchi.
Il tema è tornato al centro del dibattito nazionale, creando frizioni ai vertici del governo. Le divergenze emergono proprio sulla gestione dei patrimoni appartenenti ai magnati vicini al Cremlino presenti in Italia.

Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani si è detto invece favorevole a destinare i beni congelati al sostegno dell’Ucraina, in linea con la posizione di diversi Paesi europei.
Questa apertura di Tajani contrasta con la linea prudente della Lega, che teme ripercussioni diplomatiche e possibili reazioni da parte della Russia. Un confronto interno che potrebbe complicare l’azione dell’esecutivo.
Anche la premier Giorgia Meloni mantiene una posizione cauta, soprattutto dopo le indiscrezioni sul nuovo piano Trump per l’Ucraina, che ha riaperto il dibattito internazionale su negoziati e strategie di pressione.
Il governo cerca così di mantenere equilibrio tra alleanze internazionali, sostegno a Kiev e tutela degli interessi nazionali, mentre il confronto interno sui beni degli oligarchi continua a generare tensioni politiche.


