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Bimbi cresciuti nel bosco e tolti alla famiglia: Meloni contatta Nordio, ipotesi ispettori

Pubblicato: 21/11/2025 15:41

Un quadro definito “di grave pregiudizio”, tale da coinvolgere ogni aspetto della vita quotidiana dei minori: dalla sicurezza fisica alla salute psicologica, passando per l’igiene, l’istruzione e perfino la tutela dell’immagine. È questo il nucleo dell’ordinanza con cui il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento urgente dei tre figli della famiglia anglo-australiana Trevallion-Birmingham, residenti in un casolare isolato nei boschi di Palmoli (Chieti). I piccoli, di 6 e 8 anni, sono stati collocati in una comunità educativa insieme alla madre, mentre ai genitori è stata sospesa la responsabilità genitoriale.

Condizioni abitative e rischi per la salute

Secondo i giudici, guidati da Cecilia Angrisan, i bambini vivevano in un “rudere fatiscente e privo di utenze”, a cui si aggiunge una piccola roulotte utilizzata come spazio aggiuntivo. La perizia prodotta dagli stessi genitori ha confermato “l’assoluta assenza di impianti elettrico e idrico/sanitario”, oltre alla mancanza di infissi e adeguate rifiniture.
La struttura, ritenuta “del tutto insufficiente” a garantire un ambiente sicuro, manca di collaudo statico, certificazioni e controlli igienico-sanitari. L’ordinanza sottolinea che la mancanza di agibilità “comporta una presunzione ex lege dell’esistenza di pericolo di pregiudizio per l’incolumità e l’integrità fisica dei minori”.
Sono inoltre richiamati il rischio sismico, l’assenza di misure antincendio e la forte umidità, potenzialmente responsabile, nel lungo periodo, “dello sviluppo di patologie polmonari”.

Il Tribunale evidenzia anche la mancata collaborazione dei genitori: dopo una prima disponibilità, avrebbero interrotto i contatti con gli assistenti sociali e negato l’accesso all’abitazione. Particolarmente grave il rifiuto degli accertamenti sanitari prescritti dalla pediatra, tra cui visita neuropsichiatrica e controlli vaccinali. I genitori avrebbero subordinato il consenso al pagamento di “50.000 euro per ogni minore”, un atteggiamento definito “pregiudizievole” e “irragionevole”.

Isolamento sociale, istruzione e tutela dell’immagine

L’ordinanza si sofferma anche sul profondo isolamento dei bambini. Pur avendo la maggiore ottenuto l’idoneità alla classe terza, mancavano gli adempimenti per l’istruzione parentale. Ma i giudici chiariscono che il nodo centrale non è la scuola bensì “il pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione”, protetto dall’articolo 2 della Costituzione.
Il provvedimento elenca gli effetti dell’isolamento: “difficoltà di apprendimento cooperativo”, “mancanza di autostima”, “problemi di regolazione emotiva”, fino all’“incapacità di riconoscere l’altro”.

Un capitolo a parte riguarda l’esposizione mediatica: i minori sono comparsi anche in una puntata de Le Iene. Per il Tribunale si tratta di una “grave violazione del diritto alla riservatezza”, vietata dall’articolo 50 del Codice Privacy. I giudici accusano i genitori di aver “utilizzato i figli allo scopo di conseguire un risultato processuale”, trasformandoli in strumenti di pressione.

Meloni interviene con Nordio

A quanto apprende l’Adnkronos, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe avuto sulla vicenda un colloquio con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e non si esclude che da via Arenula possano essere inviati gli ispettori per fare luce sulle misure del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento urgente dei tre figli della coppia.

Nel frattempo è uscita una nota del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.

“Parlo da Presidente della Regione Abruzzo, ma anche da padre. Perché questa vicenda, prima ancora che istituzionale – sottolinea- , è umana. Mi domando dove si collochi il confine tra la libertà di una famiglia che non ha commesso reati, non ha esercitato violenze, non ha sottratto i figli all’istruzione, paga le tasse e sceglie uno stile di vita diverso, e l’intervento dello Stato quando giudica ‘inappropriato’ quel modo di vivere. Viviamo un tempo in cui tutto sembra dover essere moderno, digitalizzato, incasellato. Una società che ci chiede di essere costantemente connessi, uniformi, integrati. Questa famiglia rappresenta l’opposto: una scelta radicale, certamente non comune, ma che appartiene a un modo antico di vivere la relazione con la natura e con il tempo. È legittimo, però, domandarsi se una distanza così forte dalla socialità possa limitare la crescita dei bambini e la loro capacità di confrontarsi con il mondo reale. È una domanda seria, che merita attenzione”.

Ma accanto a questa riflessione, aggiunge, “ne sorge un’altra, altrettanto importante: questa famiglia non ha fatto male a nessuno. Eppure oggi si trova a vivere un trauma che spesso è riservato a chi commette abusi, a chi trascura, a chi manda i figli allo sbando, per strada, esponendoli alla devianza e al reato, a chi elude tasse e regole. A chi delinque”.

Reazioni e passi successivi

L’ordinanza prevede la nomina di un tutore provvisorio e l’assistenza della forza pubblica nelle operazioni. Il provvedimento sarà inviato anche alle autorità australiane e britanniche per valutare possibili figure familiari di supporto.

L’avvocato dei genitori, Giovanni Angelucci, contesta completamente il quadro delineato: «Stiamo analizzando il provvedimento, ma contiene una valanga di inesattezze. Verrà impugnato». Sostiene inoltre: «Quel luogo non è un rudere, abbiamo un certificato di abitabilità rilasciato da un ingegnere».

Nel frattempo, il padre – rimasto nel casolare – ha raggiunto i figli in comunità, portando “frutta, vestiti e oggetti personali”, un gesto semplice ma carico del peso di una separazione improvvisa e dolorosa.

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Ultimo Aggiornamento: 21/11/2025 22:36

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