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Garlasco, l’avvocato Lovati riaccende i riflettori: la data del 18 dicembre sarà decisiva

Pubblicato: 21/11/2025 14:35

Da mesi il caso Garlasco continua a catalizzare l’attenzione del pubblico e dei media. Ogni nuova dichiarazione sembra aggiungere un tassello a un mosaico che non smette di sorprendere. L’ultima puntata di Dritto e rovescio, il talk di approfondimento condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4, ha riacceso il dibattito, riportando al centro della scena uno dei misteri giudiziari più seguiti d’Italia.

In un clima denso di tensione, gli ospiti si sono confrontati sulle indagini parallele che sembrano aprire nuovi scenari. Ma è stato Massimo Lovati, ex difensore di Andrea Sempio, a catalizzare l’attenzione del pubblico con parole dal tono evocativo e simbolico.

Lovati e il conto alla rovescia per il 18 dicembre

“L’ultimo addobbo dell’albero di Natale sarà il 18 dicembre, poi sarà solo legna da ardere.”, ha dichiarato Lovati, lasciando intendere che quella data rappresenterà un punto di svolta nelle indagini. Parole forti, che evocano la fine di un lungo percorso e l’inizio di una nuova fase per il caso.

Massimo Lovati durante il talk show Dritto e rovescio

Un messaggio enigmatico e carico di significato

Lovati ha poi aggiunto un accenno quasi visionario: “È l’ultimo capitolo di questa storia, a meno che non spunti quello che temevo già mesi fa, quel coniglio dalle orecchie lunghe. L’ho anche sognato.” Una frase che ha immediatamente catturato l’attenzione dello studio e del pubblico, alimentando il mistero che da sempre avvolge il caso.

L’avvocato Massimo Lovati durante l’intervista televisiva

Il 18 dicembre si preannuncia come una data chiave: i magistrati faranno il punto sugli accertamenti tecnici, in particolare sulle analisi del DNA. Un momento delicato che potrebbe orientare in modo decisivo l’eventuale riapertura dell’inchiesta.

Dettaglio delle indagini sul caso Garlasco

Il confronto con Tizzoni e la posizione della famiglia Poggi

A intervenire nel dibattito è stato anche Gian Luigi Tizzoni, storico avvocato della famiglia Poggi, che ha voluto riportare la discussione su un piano più concreto. “Quello che sta emergendo non sostituisce e non si contrappone con quello che è stato accertato a carico di Alberto Stasi.”, ha chiarito, sottolineando come le novità non mettano in discussione quanto già stabilito nei processi precedenti.

Ha poi aggiunto: “Io avrei capito questo contenzioso se si stesse discutendo sullo stesso indizio che viene attribuito a tutti e due. Ad esempio il dispenser del sapone, c’è l’impronta di Stasi e viene trovata l’impronta di Sempio e lì avrei capito il dubbio. Se voi riflettete, però, nessuno degli elementi che emergerebbero a carico di Sempio toglie quelli che erano stati già attribuiti a Stasi e questo è un elemento che ci deve far riflettere.”

Brindisi e la fiducia nella Procura di Pavia

Nel corso della puntata è intervenuto anche Giuseppe Brindisi, volto noto di Mediaset, che ha invitato a guardare oltre le sole analisi scientifiche. “Io credo che queste indagini scientifiche, e quindi l’impronta 33, quello che si troverà, secondo quello che stabilirà la genetista Albani sulle unghie di Chiara, servano soltanto, usando un’espressione dell’avvocato De Rensis, a delimitare il recinto dell’indagine, perché poi non si trovino delle sorprese.”, ha spiegato il giornalista.

Brindisi ha poi aggiunto: “Io credo che la Procura abbia molto di più di quello che riguarda le indagini scientifiche e si basi molto sulle indagini cosiddette tradizionali. Bisogna soltanto, probabilmente, aspettare. Napoleone, che non è un magistrato inesperto, anzi, è vicino alla pensione, non credo che voglia macchiare la sua carriera con un’indagine basata sul nulla.”

Un’attesa carica di tensione

Le parole di Brindisi hanno spostato il focus su un aspetto spesso trascurato: le indagini non si fermano ai laboratori, ma si costruiscono anche attraverso testimonianze, verifiche e incroci di dati. Un puzzle complesso che la Procura di Pavia sta cercando di ricomporre con cautela.

La serata si è chiusa con un senso di sospensione: da una parte l’attesa del 18 dicembre come possibile punto di svolta, dall’altra la consapevolezza che il caso Garlasco potrebbe ancora riservare colpi di scena. Dopo quindici anni, resta intatta la domanda che accompagna un intero Paese: cosa accadde davvero quella mattina del 13 agosto 2007?

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Ultimo Aggiornamento: 21/11/2025 15:28

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