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Garofani registrato sul “piano del Quirinale” contro Meloni, il sospetto: «C’è odore di 007 russi»

Pubblicato: 21/11/2025 07:39

Il caso dell’ormai celebre pranzo alla Terrazza Borromini continua a far rumore. A finire sotto i riflettori è Francesco De Dominicis, classe ’76, ex giornalista di Libero, indicato da molti quotidiani come “la talpa” che avrebbe registrato le parole di Francesco Saverio Garofani sul presunto “piano del Quirinale” contro Giorgia Meloni. De Dominicis, però, respinge ogni accusa e si dice estraneo alla vicenda.

A complicare il quadro arriva un’ipotesi ancora più clamorosa: la fuga di notizie potrebbe essere stata manovrata dai servizi segreti russi. È l’ex parlamentare ed ex membro del Copasir Fabrizio Cicchitto a suggerire questo scenario. Secondo lui, Garofani – in quanto segretario del Consiglio supremo di Difesa – sarebbe da tempo nel mirino di Mosca.

Cicchitto sostiene che Garofani sia stato imprudente a parlare in pubblico, ma ritiene ancora più grave che qualcuno abbia potuto registrare segretamente la conversazione. A suo avviso, lo scoop de La Verità confermerebbe l’esistenza di una registrazione e indicherebbe una manovra orchestrata, ben più ampia delle dinamiche interne italiane.

A chi gli chiede chi abbia registrato Garofani, Cicchitto non dà nomi, ma avanza una deduzione: l’alto funzionario, per ruolo e collocazione nel Quirinale, è un obiettivo naturale dell’intelligence russa. Le prese di posizione di Mosca, le uscite della portavoce Maria Zakharova, e il clima di tensione diplomatica renderebbero Garofani un bersaglio “attenzionato”.

Il quadro, secondo Cicchitto, si inserisce in una strategia più ampia di pressione sui vertici dello Stato italiano. La recente riunione del Consiglio supremo di Difesa, convocata dopo le critiche di Matteo Salvini alla linea italiana sull’Ucraina, avrebbe rimesso in ordine la politica estera nazionale. Ed è subito dopo quella riunione che, nota Cicchitto, sarebbe esploso il caso Garofani, con tempistiche che farebbero pensare a un dossier preparato ad arte.

L’ex parlamentare arriva dunque a parlare apertamente di “zampino russo”. Richiama le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha denunciato attività ostili di Mosca in Italia: spie operative, cittadini italiani reclutati dai servizi russi, operazioni di disinformazione e tentativi di indebolire le istituzioni democratiche.

Nel frattempo, le grandi testate nazionali come Repubblica e Corriere puntano il dito proprio contro De Dominicis. Lui, però, ribatte con fermezza: «Io la talpa? Ma figuriamoci». Racconta di non aver riconosciuto Garofani durante la cena e di aver appreso della sua presenza solo dai giornali il giorno dopo. Sostiene inoltre che nel locale fossero presenti diversi altri tavoli, alcuni dei quali con avventori dall’atteggiamento sospetto.

Proprio De Dominicis, infatti, afferma che dietro al tavolo dei 18 ospiti sedevano persone “strane”, dettaglio che alimenta l’ipotesi di una possibile interferenza esterna. C’è anche chi insinua che il direttore Maurizio Belpietro abbia pubblicato l’articolo ricevuto via mail da un mittente ritenuto affidabile, ma su questo non esistono riscontri.

L’ex cronista parla infine di uomini eleganti in giacca e cravatta che avrebbero osservato a lungo il gruppo della cena. Non sa dire se fossero agenti dei servizi, italiani o stranieri, ma ricorda che locali frequentati da politici e imprenditori sono spesso esposti a operazioni di intercettazione. «Sono solo ipotesi», conclude. «Non riesco ancora a darmi una spiegazione valida».

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