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“Suonerò io al suo funerale”: desiderio esaudito, per lei c’è il grande artista italiano

Pubblicato: 22/11/2025 15:59

L’addio a Ornella Vanoni continua a commuovere il mondo della musica italiana. Tra i tanti messaggi di dolore e affetto, uno in particolare ha toccato il cuore dei fan: quello del trombettista Paolo Fresu, amico e collaboratore storico dell’artista. Con parole intrise di poesia e malinconia, ha ricordato la loro lunga amicizia e ha svelato un dettaglio intimo: sarà proprio lui a suonare al funerale di Ornella, come lei stessa aveva chiesto anni fa.

Un gesto che va oltre la semplice cerimonia, diventando un ultimo atto d’amore e di rispetto. «E non c’è niente di più triste, in giornate come queste, che ricordare la felicità. Ciao Ornella», ha scritto Fresu in un post carico di emozione, condividendo con il pubblico il peso di una promessa fatta e mantenuta.

Un legame profondo e un ultimo desiderio

Ornella Vanoni durante un'esibizione

Nel suo lungo messaggio su Facebook, il musicista ha raccontato di quella telefonata che non ha mai dimenticato. Una conversazione semplice ma piena di significato, in cui Vanoni gli aveva confidato quale brano desiderava ascoltare nel giorno del suo addio. «Non posso svelare il brano che suonerò durante il funerale… Mi svelò quel suo desiderio, mi disse cosa avrei dovuto suonare. Una cosa che mi colpì molto», ha dichiarato Fresu al Tg di Videolina, ricordando anche con ironia: «Se muoio prima io devi venire tu a cantare».

Un aneddoto che restituisce tutta la profondità del loro rapporto, costruito su stima, amicizia e un’intesa artistica rara. Non era solo collaborazione musicale: tra i due c’era una complicità autentica, fatta di risate, confidenze e momenti condivisi lontano dai riflettori.

Ricordi e parole che restano

Nel suo omaggio, Paolo Fresu racconta di una “vuota mattina di novembre” in cui non sapeva da dove cominciare a scrivere. Si rivolge a se stesso, cercando di dare forma a trent’anni di amicizia e musica condivisa. Rievoca il loro primo incontro al Tangram di Milano nei primi anni Novanta, un momento destinato a cambiare entrambi. «Scrivi qualcosa, domando a me stesso in questa vuota mattina di novembre», scrive, lasciando emergere la difficoltà di condensare in poche parole una donna “troppo ricca di passioni, successi, cadute e rinascite”.

Nel tentativo di definirla, Fresu la descrive attraverso istantanee emotive: «Ornella è l’emozione della vita. La sua e la nostra». Parole che racchiudono l’essenza di un’artista capace di trasformare ogni nota in sentimento universale, ogni canzone in un frammento di verità.

Cerimonia funebre di Ornella Vanoni

Un’artista libera e indomabile

Nel suo ricordo, Fresu descrive una Ornella Vanoni fuori dagli schemi, “una donna sfuggente che abborriva l’ovvietà e il banale”, capace di fondere arte e vita in modo unico. Racconta le sue paure prima di ogni concerto, «tremava come una foglia prima di salire sul palco», e il coraggio con cui poi lo dominava “come una leonessa”.

Ci sono anche i dettagli più teneri: le telefonate settimanali, i saluti affettuosi, la voce di Ornella che chiedeva semplicemente “come va?”. Frammenti di quotidianità che oggi assumono il valore di un’eredità affettiva, di un legame che va oltre la musica.

Il trombettista Paolo Fresu

Il primo incontro e la nascita di un sodalizio

Vanoni stessa aveva raccontato con ironia la loro prima collaborazione. «Non dimenticherò mai la prima volta che ho visto Paolo», aveva detto, ricordando il concerto al Tangram di Milano. Lui, “tutto spettinato, con la coda tutta storta”, iniziò a suonare e le “spezzò il cuore”. Fu lei a lasciare un biglietto con il suo numero di telefono e una proposta di collaborazione. Fresu, pragmatico, rispose che si sarebbero visti, avrebbero provato e solo se ci fosse stato feeling avrebbero lavorato insieme. Quel feeling arrivò subito, dando vita a Argilla, un disco raffinato e coraggioso che segnò una nuova stagione creativa per la cantante.

Un progetto che, come ricordava lei stessa, le restituì fiducia e libertà artistica, spingendola a osare anche nella copertina, dipinta completamente di nero con disegni tribali. Un simbolo di rinascita e di forza, proprio come la sua voce.

Ornella Vanoni e Paolo Fresu insieme

Un addio che suona come un inno alla vita

Oggi, mentre Paolo Fresu prepara l’ultimo saluto a Ornella, le loro storie tornano come fili intrecciati da tre decenni di musica e amicizia. Il suo omaggio non è solo un gesto di commiato, ma il simbolo di un legame che continuerà a vivere nelle note, nei ricordi e nelle parole di chi l’ha conosciuta davvero.

Ornella Vanoni se n’è andata, ma la sua voce, la sua ironia e la sua libertà restano. E mentre il suono della tromba di Fresu accompagnerà il suo ultimo viaggio, l’Italia intera riscoprirà, ancora una volta, l’emozione della vita che Ornella sapeva donare.

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