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Droni non identificati sorvolano la base di Volkel: olandesi aprono il fuoco da terra

Pubblicato: 22/11/2025 21:42

Il cielo sopra la base di Volkel si è trasformato in un quadrante di ombre e allarmi quando alcuni droni non identificati hanno sorvolato l’area militare, costringendo le forze olandesi ad aprire il fuoco da terra. Una risposta immediata, quasi istintiva, che racconta più di quanto sembri: la vulnerabilità di un’infrastruttura strategica, l’incertezza su chi abbia osato violare uno spazio considerato tra i più protetti del Paese, l’eco di un confronto tecnologico che si sposta sempre più sul terreno della guerra leggera. I velivoli si sono allontanati rapidamente, senza lasciare rottami né tracce, come se fossero entrati ed evaporati nello stesso respiro.

La tensione resta alta perché l’episodio arriva in un momento in cui la sicurezza delle basi NATO è già sotto pressione, tra timori di infiltrazioni digitali, attacchi ibridi e operazioni di ricognizione non convenzionali. A Volkel non è la spettacolarità dell’incursione a preoccupare, ma la sua semplicità: piccoli velivoli senza pilota sono riusciti ad avvicinarsi a un perimetro dove la vigilanza dovrebbe essere assoluta. E il fatto che le contromisure non abbiano avuto successo alimenta interrogativi che pesano sulle prossime scelte di difesa.

Cosa è accaduto sopra Volkel

Per oltre due ore, il personale della base ha seguito i movimenti dei droni, segnalati in un’area dove il volo è rigidamente interdetto. Le unità di sicurezza hanno reagito con sistemi d’arma di terra, tentativo che non ha portato all’abbattimento dei velivoli. La dinamica, seppur rapida, lascia emergere un quadro chiaro: l’incursione è stata reale, coordinata, e calibrata per evitare qualsiasi intercettazione. Resta aperta la questione dello scopo, che al momento non trova risposte. Possibile ricognizione? Test della tenuta difensiva? Atto dimostrativo? Nessuna ipotesi viene esclusa.

Le autorità militari e civili hanno avviato verifiche immediate, mentre la base resta in stato di sorveglianza rafforzata. È un episodio che gli apparati di sicurezza trattano come un segnale, più che come un incidente: qualcuno ha voluto capire come reagisce la difesa olandese davanti a uno scenario di intrusione minima ma potenzialmente rivelatrice. E la reazione, pur rapida, non ha portato ai risultati attesi.

La vulnerabilità nel cuore dell’Europa

La vicenda apre un fronte politico e strategico. Le basi aeree come Volkel, dove operano anche assetti avanzati della flotta NATO, sono nodi sensibili nella rete della difesa continentale. L’incursione dei droni dimostra quanto sia diventato facile testare i limiti degli eserciti moderni con strumenti economici e difficili da intercettare. È uno scenario che, negli ultimi mesi, preoccupa diverse capitali europee: il rischio non è l’attacco in sé, ma la raccolta di informazioni, la verifica delle reazioni, la costruzione di un vantaggio invisibile.

Per l’Aia, l’episodio è anche un campanello d’allarme interno. La difesa antidrone diventa un capitolo fondamentale in un contesto in cui la minaccia non arriva più solo dall’alto, ma da piattaforme discrete e potenzialmente anonime. E la domanda più pesante resta sospesa: se pochi droni possono aggirare un sistema di sicurezza militare, cosa potrebbe accadere in uno scenario coordinato e ostile?

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