
Ci sono figure che diventano punti di riferimento non solo per il mondo in cui operano, ma anche per la comunità più ampia che ne osserva il percorso. Persone che attraversano decenni di cambiamenti senza perdere una visione chiara, capaci di guidare trasformazioni profonde restando fedeli ai valori che hanno accompagnato ogni loro scelta. Il loro contributo continua a vivere nelle realtà che hanno costruito e nelle relazioni che hanno alimentato lungo il cammino.
Quando una di queste personalità viene a mancare, il vuoto lasciato è tangibile. Non si tratta soltanto di ricordarne i successi, ma di riconoscere il modo in cui hanno saputo interpretare responsabilità, innovazione e senso del dovere. Ogni testimonianza diventa così parte di una memoria collettiva che si intreccia con le storie delle istituzioni che hanno guidato.

Addio a Maurizio Sella, protagonista della finanza italiana
Si è spento a 83 anni Maurizio Sella, una delle figure più rilevanti della finanza italiana contemporanea, da quasi sessant’anni legato alla crescita del gruppo bancario di famiglia. L’istituto biellese ha comunicato che la sua malattia si è aggravata rapidamente, portandolo alla morte nella tarda serata di ieri.
Cavaliere del Lavoro e successivamente Cavaliere di Gran Croce, Sella ha accompagnato l’evoluzione dell’azienda fondata nel 1886, guidandola nell’espansione nazionale, nell’innovazione tecnologica e nel potenziamento dei servizi alla clientela. Dopo la laurea in Economia a Torino, aveva iniziato il suo percorso allo sportello, come da tradizione familiare. Dal 1974 al 2002 ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato e direttore generale, attraversando passaggi cruciali del settore creditizio italiano e internazionale.
Dal 2000 fino allo scorso maggio aveva presieduto Banca Sella Holding, la capogruppo nata dal processo di sviluppo e diversificazione dell’istituto. A lui si deve la creazione della holding familiare, concepita per garantire stabilità e continuità nel tempo.
Il suo impegno ha superato i confini dell’istituto: dal 1990 al 2006 ha guidato l’ABI, negli anni delle privatizzazioni e dell’introduzione dell’euro, e dal 1998 al 2004 ha presieduto la Federazione Bancaria Europea. Ha avuto ruoli importanti anche in Assonime, nelle organizzazioni delle imprese familiari e in istituti culturali come la Fondazione Cavour e l’Istituto Luigi Einaudi.
«Ci lascia un grande esempio di dedizione, saggezza, lungimiranza e imprenditorialità», ha dichiarato il ceo Pietro Sella, ricordando come il suo impegno fosse rimasto costante fino all’ultimo. Tra i valori che amava ripetere, uno in particolare è diventato simbolo del suo modo di intendere la professione: l’amore per i clienti, «che ci danno il pane».


