
La straordinaria impresa compiuta dalla Nazionale italiana di tennis regala al Belpaese un nuovo, storico trionfo: la Coppa Davis. La vittoria, conquistata in casa a Bologna, segna la prima affermazione casalinga e la terza consecutiva per gli Azzurri, nonché la quarta in assoluto nella storia della competizione, arrivata a 49 anni di distanza dal memorabile successo del 1976 in Cile. A dispetto delle assenze, con l’Italia priva della sua stella Jannik Sinner e la Spagna senza Carlos Alcaraz, la profondità e il carattere della squadra azzurra hanno prevalso. La solidità dimostrata da Matteo Berrettini, con le sue undici vittorie dal 2022 ad oggi, e l’emergere di Flavio Cobolli come giovane leader hanno consegnato all’Italia un netto 2-0 sulla Spagna.
La sconfitta inflitta al falloso e intimorito Pablo Carreno Busta è stata seguita da un’altra impresa in tre set da parte di Cobolli, ex terzino delle giovanili della Roma, un giocatore noto per la sua tenacia e la capacità di lottare su ogni palla, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Dopo aver annullato ben sette match point contro il belga Bergs in semifinale, Cobolli ha affrontato e superato la regolarità di Jaime Munar, detto Jimbo, in una battaglia che lo ha visto rimontare un inizio disastroso per poi imporsi nel set decisivo, dimostrando il suo 4×4 sui terreni più accidentati.
Il drammatico avvio di Flavio Cobolli
Il match di Flavio Cobolli è iniziato con un primo set da incubo. Il giovane azzurro è apparso vuoto e prosciugato emotivamente dalla dura battaglia sostenuta in semifinale contro il Belgio. Le sue gambe sembravano due pezzi di legno, il braccio lento e l’interruttore mentale su off. La Spagna, con Munar, ne ha approfittato subito, volando rapidamente sul 4-0 e poi annullando tre palle break per portarsi sul 5-0. Il set si è chiuso in fretta con un pesante 6-1 a favore dello spagnolo. Un risultato che sembrava troppo brutto per essere vero per un giocatore del calibro di Cobolli.
La reazione e il punto di svolta nel secondo set
L’inizio del secondo set ha visto un altro break a favore di Munar, prolungando il momento difficile dell’italiano. Tuttavia, questa volta è arrivata la reazione dell’Azzurro. Dopo una lunga interruzione della partita dovuta a un malore di uno spettatore sugli spalti, Cobolli ha finalmente trovato il modo di strappare il servizio all’avversario, aiutato anche da un nastro fortunato che ha portato il punteggio sull’1-1. Cobolli si è acceso, e con lui l’intera sfida, che ha iniziato a salire di intensità. Si è proceduto senza ulteriori break fino al 6-5 per l’italiano. A questo punto, il diligente tennis di pressione da fondocampo di Munar ha iniziato a incepparsi. Cobolli si è trovato ad avere quattro palle break consecutive, che erano anche altrettanti set point per l’Italia. Munar ha dimostrato grande carattere, annullando il primo set point con un’efficace combo servizio-dritto, il secondo con un servizio vincente al centro, il terzo con una potente botta di servizio seguita da una notevole volée stoppata, e il quarto salendo a rete per chiudere con una volée di rovescio. Nonostante i numerosi errori da entrambe le parti, il livello della sfida era salito, meritandosi il tie break. Nello snodo cruciale del tie break, Cobolli è stato il più veloce a uscire dai blocchi, portandosi sul 3-1. Ha continuato a macinare dritti efficaci e smash, salendo a set point sul 6-3. Gli sono servite tre occasioni, ma ha finalmente chiuso 7-5 con un dritto sulla riga, un colpo che è entrato a regime dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco. Una fatica improba, ma che ha riaperto completamente la partita.
Il break decisivo nel terzo set
Rianimato dalla conquista del secondo set, Cobolli si è battuto il pugno sul petto, realizzando di essere a un solo set dalla conquista della Coppa Davis. Munar, però, ha dimostrato di essere un cagnaccio, un avversario capace di non arretrare di fronte alle difficoltà. Rigenerato dal colloquio con il c.t. Ferrer, lo spagnolo è tornato a essere un muro da scalare. Il set è proseguito in un sostanziale equilibrio, senza che venisse concessa alcuna palla break, fino al punteggio di 5-5. È stato a questo punto che la superficie di Munar ha manifestato le prime, decisive crepe. Cobolli si è trovato sul 15-40 sul servizio dello spagnolo, con due clamorose palle break da sfruttare. Era un momento di vita o di morte sportiva. Sulla prima occasione, lo spagnolo si è inventato un serve and volley da manuale, chiudendo con una demi-volée di rovescio, un numero d’alta scuola. Ma sulla seconda palla break, Munar è stato costretto a servire la seconda di servizio, ed è stato come sventolare il panno rosso davanti al toro: Cobolli ha sfondato di dritto. Questo è stato il break decisivo del match. L’Italia si è portata sul 6-5 e servizio. Il c.t. Volandri ha intimato a Cobolli: “Stai calmo!“. L’azzurro non ha minimamente tremato, chiudendo il match e firmando la “sua” Davis con l’ennesimo dritto vincente, ormai il suo marchio di fabbrica, fissando il punteggio finale del set sul 7-5.
La celebrazione e il futuro
Al termine di 2 ore e 56 minuti di battaglia contro la Spagna, il palazzetto di Bologna ha potuto spellarsi le mani per celebrare gli eroi nostrani. Una squadra composta da amici, che pur essendo orfana di stelle assolute, ha dimostrato di essere piena di buoni sentimenti, solidarietà e altruismo. La Coppa Davis del 2026 sarà difesa in casa, nuovamente a Bologna, nel nuovo palazzo dello sport della Virtus, promesso pronto a breve dagli amministratori locali. Non subiranno modifiche né il format, né la cadenza annuale, né la formula di questo Campionato del Mondo che non sfugge all’Italia dal 2023, anno in cui è iniziata l’era Sinner. Il motto è chiaro: Tortellini, Due Torri e Coppa Davis. La squadra che vince, e la città che ospita, non si cambiano. Questa è la prima regola dello sport.


