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“Nessuno ci ha aiutato”. Ilaria muore a soli 24 anni, lo strazio del papà

Pubblicato: 23/11/2025 17:42

Ilaria Borgato, 24 anni, è stata trovata morta il 21 novembre su un giaciglio di fortuna sotto i portici di piazza Gasparotto, vicino alla stazione di Vigonza, in provincia di Padova. La giovane lottava da anni contro una spirale autodistruttiva fatta di droghe, alcol, tentati suicidi e frequenti ricoveri in psichiatria.

Per sette anni, Ilaria aveva combattuto una battaglia silenziosa, tra alti e bassi, cercando di sopravvivere in un mondo che spesso le era ostile. Purtroppo, la sua vita si è spenta prematuramente, lasciando dietro di sé dolore e incredulità.

I soccorritori del 118 sono intervenuti immediatamente, ma ogni tentativo di rianimarla si è rivelato vano. L’intervento tempestivo non è bastato a salvarla.

Le cause della morte non sono ancora chiare. La procura ha disposto un’autopsia per accertare la dinamica del decesso, che potrebbe essere collegata a una sostanza non ancora identificata, anche se le indagini sono in corso.

La famiglia di Ilaria ha sempre cercato di offrirle sostegno, seguendola nei momenti più difficili e tentando di proteggerla dai rischi legati alla sua condizione.

Gianni, il padre, ha espresso la sua disperazione e il senso di abbandono provato negli anni: «Quella di mia figlia è una morte annunciata. L’ho sempre detto che non sarebbe arrivata ai 25 anni», racconta a Il Gazzettino.

«È stata salvata un sacco di volte in questi anni, ma ci dicevano che è maggiorenne e che può fare e decidere da sola», continua Gianni. «Tuttavia, se una famiglia chiede aiuto, non deve essere aiutata? Invece noi siamo stati abbandonati».

Il caso di Ilaria Borgato riapre il dibattito sulla tutela dei giovani adulti vulnerabili, sulle responsabilità delle istituzioni e sulla necessità di un supporto più incisivo per chi lotta con dipendenze e disturbi psichici.

Oggi il dolore della famiglia e della comunità si mescola alla rabbia e alla frustrazione per una vita spezzata troppo presto, con la speranza che la sua storia possa portare maggiore attenzione e interventi efficaci per chi si trova in situazioni simili.

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