
Una bufera politica sempre più intensa, polemiche incandescenti e una famiglia divisa: il caso della coppia anglo-australiana finisce al centro di uno scontro istituzionale senza precedenti. Il provvedimento con cui il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila ha sospeso la responsabilità genitoriale alla coppia che vive da anni in un rudere nei boschi del Chietino continua a incendiare il dibattito pubblico, mentre attorno ai magistrati coinvolti crescono insulti e minacce.
Attacchi online e clima teso
Secondo il decreto dei giudici minorili, “la situazione descritta nella relazione dei servizi sociali e in quella dei carabinieri manifestava indizi di preoccupante negligenza genitoriale”, soprattutto per quanto riguarda “l’istruzione dei figli e la loro vita di relazione”. Una decisione arrivata dopo anni in cui i bambini — due gemelli di 6 anni e una bambina di 8 — vivevano senza acqua, elettricità, scuola e servizi di base.
Lo scontro è però esploso sui social: decine di commenti violenti sono comparsi sotto le foto del presidente del Tribunale, Cecilia Angrisano. “Lei è un’emerita c…ona”, ha scritto un utente, mentre un altro sosteneva che “il tribunale dei minori è una fossa piena di vermi”. C’è persino chi chiede indirizzi e contatti della magistrata. Non si esclude l’intervento della Polizia Postale per identificare gli autori.
Il chiarimento del Ministero dell’Istruzione
A complicare ulteriormente il quadro arriva la nota ufficiale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che specifica che l’obbligo scolastico risultava regolarmente assolto attraverso l’istruzione parentale, “legittimata dalla Costituzione e dalle leggi vigenti” e verificata dalla scuola di riferimento.
Un dettaglio che ha alimentato ulteriori dubbi sull’operato del tribunale e acceso nuove polemiche politiche.
Il CSM interviene a difesa dei magistrati
La tensione è salita al punto che tutti i consiglieri togati del CSM (tranne uno) e diversi laici hanno depositato una richiesta formale: vogliono aprire una pratica a tutela dei magistrati dell’Aquila. Nel documento si stigmatizzano “dichiarazioni pubbliche che hanno definito la decisione come un ‘sequestro’ di minori”, giudicandole lesive e pericolose. Secondo i firmatari, presentare un provvedimento del genere come “una violenza di Stato” mina la fiducia nella giustizia minorile e “espone i giudici a indebita pressione mediatica”.
Si sottolinea inoltre che la vicenda non deve essere strumentalizzata in vista della consultazione referendaria sulla giustizia, che “nulla ha a che fare con il caso in esame”.
La replica politica: Salvini all’attacco
Durissima la reazione del vicepremier Matteo Salvini, che ha risposto alle parole del CSM con un affondo: “I giudici tutelano i giudici. E quei tre bambini strappati ai genitori, chi li tutela?”. Per il leader leghista la vicenda è “una vergogna assoluta”, e promette: “Non sarò tranquillo finché quei bimbi non saranno tornati a casa”.
Salvini rilancia anche la polemica ideologica: “Per anni ci hanno martellato con l’ideologia green, e ora che c’è una famiglia che vive a emissioni zero le tolgono i figli”.


