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I numeri che affossano il Pd: crolla il fortino rosso, Elly Schlein travolta

Pubblicato: 24/11/2025 14:46
Elly Schlein durante un comizio politico

Vatti a fidare degli amici, soprattutto quando la politica dimostra che fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Perché mentre il proverbio mette tutti in guardia, la cronaca insegna che l’amico può non assecondare le tue strategie, inseguendo il proprio percorso. E se nel mezzo c’è un sondaggio sulle intenzioni di voto a Milano che certifica la crisi del Pd nel Municipio 1, tra Ztl contestate e percezione di insicurezza, la “fregatura” diventa quasi inevitabile.

Eppure, nonostante la tradizione popolare e l’esperienza politica, il segretario milanese del Pd, Alessandro Capelli, è riuscito a fare l’esatto contrario: contare troppo sugli amici. In questo caso quelli di Repubblica, che pubblicano un articolo sul sondaggio commissionato dal partito, costringendolo il giorno dopo a una precipitosa smentita tra telefonate e dichiarazioni alle agenzie stampa.

Tutto nasce dal sondaggio affidato a Bidimedia, con l’obiettivo di misurare l’umore dei milanesi in vista delle prossime comunali. Il documento arriva alle redazioni e Repubblica titola: «Il Pd resta primo partito ma rischia di perdere nella Zona 1, storica roccaforte democratica». La notizia fa esplodere entusiasmi nel centrodestra e tensioni nei dem, con Capelli che prova a ribaltare la narrazione.

Secondo il segretario, il sondaggio racconta un quadro diverso: «Centrosinistra sempre avanti, sondaggio che fa sorridere il Pd», dice alle agenzie. Ma il rosario politico non si ferma alla prima invocazione. Capelli aggiunge che la destra è debole, la Lega in calo e che la Ztl è l’unica area in cui registra qualche consenso. Una ammissione indiretta: la crisi del Municipio 1 esiste e pesa sulle strategie future.

Questa criticità apre due scenari. Il primo riguarda la giunta Sala, perché se i temi caldi del sondaggio sono urbanistica e mobilità, significa che il Comune sta scontentando gli elettori più fedeli. Il secondo riguarda il futuro politico: Capelli, convinto della necessità di un campo largo, di fatto spiana la strada a Pierfrancesco Majorino come possibile candidato sindaco. E Majorino coglie l’occasione, proponendo primarie per l’autunno 2026 che includano «tutta la Milano possibile».

A rafforzare la richiesta di primarie arrivano anche i giovani dem, gli under 30 dell’iniziativa “Una cosa di sinistra”, che vogliono contare di più nelle scelte strategiche. Il partito, però, appare attraversato da tensioni interne: tra rimpasto della giunta Sala e difficoltà di tenere compatta la coalizione, le primarie rischiano di diventare una resa dei conti più che un momento di partecipazione.

Elly Schlein durante un incontro politico

Il convitato di pietra resta Azione, il partito di Carlo Calenda. Dalle colonne di Libero l’ex ministro ha negato qualsiasi ingresso in giunta per via dei veti interni al Pd, scatenando nuove reazioni. Capelli insiste che «non esiste una forza in grado di cambiare da sola l’esito del voto», ma il sondaggio riconosce consensi significativi anche ad Avs e al Terzo Polo, composto da Azione, Casa Riformista e +Europa. Una domanda s’impone: il centrosinistra può davvero fare a meno di Calenda?

Dal canto suo, Calenda ha fissato i paletti: se il candidato sarà Majorino, Azione correrà da sola alle comunali. E se il centrodestra dovesse convincere l’ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta a scendere in campo – ipotesi su cui starebbero lavorando Meloni, Salvini, Tajani e Lupi – Azione potrebbe persino sostenere quella candidatura. Fonti interne spiegano che Calenda resterebbe a sinistra solo con un profilo “civico” come Mario Calabresi, ma non con Majorino.

In questo scenario fluido, il centrodestra osserva con attenzione. «A Milano la partita è aperta», dichiara Alessandro Sorte di Forza Italia, sottolineando come nel Municipio 1 crescano insicurezza e scontento. Il sondaggio, secondo gli azzurri, segnala cambiamenti profondi in una zona storicamente progressista, indicando un possibile ribaltamento nei prossimi mesi.

E mentre la città si prepara a una lunga fase di campagna elettorale, è impossibile non guardare anche alle Regionali, dove il centrodestra parte avvantaggiato e il centrosinistra insegue. Per salvarsi, servirebbe davvero un campo largo, ma fidarsi degli alleati – vecchi o nuovi – non è mai semplice. Soprattutto se il giorno dopo devi ricominciare a scomodare tutti i santi del paradiso.

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