Vai al contenuto

Piano di pace di Trump, telefonata Zelensky-Kushner-Witkoff e il fraintendimento Ucraina-Usa

Pubblicato: 24/11/2025 19:29

Il 16 novembre, due giorni prima che il sito Axios rendesse pubblico il presunto «piano in 28 punti» per la pace in Ucraina, i consiglieri di Donald Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, avevano già letto l’intero documento al telefono al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo rivela la stessa Axios, aggiungendo nuovi dettagli su una vicenda diplomatica che si sta rivelando sempre più intricata.

Secondo la precedente versione diffusa dalla Casa Bianca, il consigliere per la sicurezza nazionale ucraino Rustem Umerov sarebbe stato informato del piano e avrebbe perfino dato un primo assenso, dichiarazione che Umerov ha successivamente negato. Axios aveva già raccontato che Umerov ne avrebbe ricevuto soltanto una descrizione «nelle linee generali», mentre un incontro più approfondito, previsto per il 19 novembre in Turchia, non era poi avvenuto perché Zelensky non avrebbe preso sul serio la proposta americana.

L’ultima ricostruzione di Axios aggiunge però un tassello decisivo: Zelensky era effettivamente presente in collegamento alla riunione del 16 novembre. Qui sarebbe nato un fraintendimento cruciale. Kiev riteneva quella telefonata un semplice scambio di idee preliminare, mentre gli americani la consideravano una proposta formale. Dopo il mancato incontro del 19 novembre, Washington ha quindi inviato il ministro dell’Esercito Dan Driscoll, il 20 novembre, per consegnare la bozza di persona.

Le origini del «piano in 28 punti» risalgono al 22 ottobre, quando Witkoff e Kushner, di ritorno dal Medio Oriente verso Miami, iniziano a discutere della guerra in Ucraina. In quello stesso giorno Trump aveva imposto per la prima volta delle sanzioni petrolifere contro la Russia dall’inizio del suo mandato, un segnale politico non trascurabile.

Il 25 e 26 ottobre, Witkoff e Kushner incontrano a Miami Kirill Dmitriev, emissario del Cremlino e amministratore delegato del fondo sovrano russo. Dmitriev ha dichiarato ad Axios che questi incontri servivano a mettere per iscritto ciò che Trump e Putin si erano detti in Alaska. Il 18 novembre, però, è un funzionario americano – non Dmitriev – a confermare l’esistenza dei 28 punti, che affrontano non solo la pace in Ucraina, ma anche le garanzie di sicurezza e i futuri rapporti tra Stati Uniti, Russia e Ucraina.

Pur negando inizialmente che si trattasse di un piano trumpiano, il Dipartimento di Stato ha dovuto riconoscere che Trump, il vicepresidente J.D. Vance e il segretario di Stato Marco Rubio erano pienamente informati. Trump avrebbe persino chiesto che il documento venisse firmato dall’Ucraina entro il Ringraziamento. L’idea di coinvolgere Driscoll sarebbe stata proprio di Vance, dato il rapporto personale tra i due.

All’interno dell’amministrazione non tutti erano convinti della rapidità con cui la proposta stava avanzando. Rubio, in particolare, temeva che il viaggio di Driscoll potesse apparire come l’avvio di veri colloqui di pace. Per evitare ulteriore confusione, Trump decide così di inviare Rubio, Witkoff, Kushner e Driscoll a Ginevra, per un chiarimento diretto con la delegazione ucraina.

Durante l’incontro in Svizzera, Rubio avrebbe posto una condizione preliminare: Kiev doveva dichiarare pubblicamente che il piano non era solo una proposta russa e che anche gli ucraini avevano contribuito alla discussione. Gli americani erano infatti irritati da indiscrezioni negative trapelate alla stampa. Kiev ha accettato, aprendo la strada a un confronto che Axios definisce «intenso ma produttivo».

A Ginevra, il piano è stato presentato come una bozza negoziabile, con Washington disposta a integrare elementi della controproposta ucraina. Nonostante i toni più distesi, le posizioni restano distanti, come confermano fonti interne alle due delegazioni. Lo stesso Rubio, pur definendolo l’incontro «più produttivo finora», riconosce che molto lavoro resta da fare.

Intanto Trump, dalla Casa Bianca, ha accusato gli ucraini di mancanza di gratitudine sui suoi canali social. Si rincorrono voci su un possibile incontro tra Trump e Zelensky nei prossimi giorni, ma per ora nulla è confermato. Il presidente americano resterà in Florida per il Ringraziamento e, secondo un funzionario della Casa Bianca, non ci saranno colloqui diretti fino a quando non emergerà un risultato più chiaro nei negoziati. Le due bozze, per ora, sembrano ancora molto lontane.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure