La diagnosi e la lotta più difficile
Nel 2023 arrivò la notizia che avrebbe cambiato tutto: a Martirosyan venne diagnosticato un carcinoma squamocellulare, un tumore aggressivo che, in due anni, non gli ha lasciato scampo. La sua famiglia ha annunciato la scomparsa con un messaggio commosso, ricordandolo come «marito amorevole, padre devoto e uomo dal cuore immenso». «Il vuoto che lascia sarà con noi per sempre», hanno scritto, «ma confidiamo che ora sia in un luogo di pace, senza dolore né sofferenza». Durante la malattia, in un’intervista diventata poi un simbolo della sua forza d’animo, Vanes aveva ammesso: «Sul ring hai protezioni: medico, ambulanza, arbitro. Con il cancro non hai nulla di tutto questo. Non posso controllare cosa succederà, posso solo pregare per un miracolo».

Un’eredità di coraggio
Martirosyan lascia la moglie Gaby Tsao e i loro due figli, Andrew e Arianna. Ma lascia soprattutto un ricordo limpido nella memoria degli appassionati di boxe: quello di un combattente vero, di un atleta disciplinato e di un uomo che non si è mai tirato indietro, né davanti ai grandi campioni, né davanti alla malattia. Il suo nome continuerà a circolare in palestre, interviste, telecronache. Perché il ring premia i titoli, certo, ma non dimentica mai chi ha lottato fino all’ultimo respiro.

