
La Camera ha approvato all’unanimità e in via definitiva la legge che introduce, per la prima volta in Italia, il reato autonomo di femminicidio. Un voto storico, arrivato nel pomeriggio del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: un segnale politico potente, costruito su un inedito asse Meloni–Schlein e sul lavoro trasversale delle parlamentari di maggioranza e opposizione.
Il provvedimento, già licenziato dal Senato lo scorso luglio, consolida una stagione di cooperazione istituzionale sul tema della violenza di genere, dopo l’approvazione della norma “senza consenso è reato” sulla violenza sessuale. Un risultato tutt’altro che scontato, maturato mentre la politica nazionale è attraversata da tensioni post-elettorali e voci su possibili trattative sulla legge elettorale.
Determinante la scelta del PD di non presentare emendamenti, permettendo di blindare il percorso accelerato voluto dal governo. Relatrici del testo sono state Varchi (FdI) e De Biase (Pd), in una delle poche vere collaborazioni bipartisan della legislatura.
Cosa prevede la nuova legge sul femminicidio
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Introduzione del reato di femminicidio – art. 577-bis c.p.
Chi uccide una donna per motivi di odio, discriminazione, controllo, possesso, prevaricazione, oppure in relazione a un rifiuto di instaurare o mantenere una relazione, o ancora limitandone la libertà personale, viene punito con ergastolo.
La norma recepisce i principi della Convenzione di Istanbul e della nuova direttiva UE.
Estensione del reato di maltrattamenti
La tutela si applica anche verso persone non più conviventi ma unite da rapporti di filiazione.
Nuova aggravante di genere
Pene più severe per lesioni, violenza sessuale, stalking, maltrattamenti, interruzione volontaria di gravidanza senza consenso, revenge porn, quando il movente è discriminatorio o fondato sul controllo della donna.
Misure cautelari rafforzate
Per i reati di violenza domestica e di genere scatta una presunzione di adeguatezza della custodia cautelare: carcere e domiciliari diventano la regola; il divieto di avvicinamento l’eccezione.
Divieto di avvicinamento raddoppiato
Il limite passa da 500 a 1000 metri.
Tutele per gli orfani di femminicidio
Garantiti patrocinio a spese dello Stato e provvisionale immediata, anche se la vittima non conviveva con l’autore del reato.
Notifiche obbligatorie alle famiglie
In caso di femminicidio, ogni comunicazione su scarcerazioni, evasioni o cessazioni delle misure dovrà essere inviata ai familiari.
Formazione obbligatoria per magistrati e operatori sanitari
Corsi annuali su norme internazionali, violenza di genere, stereotipi giudiziari, vittimizzazione secondaria.
Stop alla vittimizzazione secondaria nei processi
Il giudice dovrà impedire domande lesive della dignità della persona offesa e garantire modalità di testimonianza non traumatiche.
Relazione annuale al Parlamento
Entro il 30 giugno di ogni anno, il ministro della Giustizia presenterà dati disaggregati su condanne, assoluzioni e profilo delle vittime.
La nuova legge segna un punto di svolta: per la prima volta l’ordinamento italiano riconosce il movente di genere come elemento strutturale del reato. Un passo simbolico e concreto, arrivato nel giorno che più di tutti chiede responsabilità alla politica.


