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L’Ucraina accetta le condizioni per un accordo di pace. Lavrov: “La Russia potrebbe rifiutare”

Pubblicato: 25/11/2025 14:53

Una delegazione ucraina avrebbe raggiunto un’intesa preliminare con gli Stati Uniti sui termini di un possibile accordo di pace. A riportarlo è Abc News, che cita un funzionario americano rimasto anonimo. Secondo la fonte, «gli ucraini hanno accettato l’accordo di pace», anche se restano «alcuni dettagli minori da sistemare». La dichiarazione, filtrata mentre tra Washington, Mosca e Kiev proseguono contatti indiretti e negoziati tecnici, rappresenta uno dei segnali più concreti degli ultimi mesi sul possibile avvicinamento delle parti.

La notizia arriva in un momento in cui la leadership ucraina, sotto crescente pressione militare e diplomatica, sta cercando una via d’uscita che garantisca sicurezza, sostegno occidentale e un quadro minimo di tutela territoriale. Secondo Abc, l’intesa preliminare sarebbe frutto di settimane di discussioni riservate, svolte parallelamente ai contatti avviati a Ginevra e ad Abu Dhabi tra rappresentanti americani e russi.

Sul fronte opposto, però, Mosca frena. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha infatti dichiarato che la Russia potrebbe respingere una versione modificata del piano statunitense se questa non dovesse rispettare le richieste storiche del Cremlino. Il diplomatico ha chiarito che eventuali correzioni non gradite cambierebbero «completamente» la disponibilità russa a proseguire il percorso negoziale.

Lavrov ha ricordato che la prima bozza elaborata dagli Stati Uniti – presentata come base del possibile accordo – era stata «accolta positivamente» da Mosca. Quel testo prevedeva che l’Ucraina rinunciasse a territori non ancora persi militarmente, oltre a imporre una serie di limitazioni politiche e operative alle autorità di Kiev. Una formula considerata favorevole alla Russia e difficilmente accettabile dall’opinione pubblica ucraina.

La nuova versione circolata negli ultimi giorni sarebbe invece più equilibrata e, per questo, meno gradita al Cremlino. Le questioni territoriali e i punti più sensibili, come lo status del Donbass e la futura adesione dell’Ucraina alla Nato, verrebbero rimandati a un intervento diretto dei due presidenti, Donald Trump e Volodymyr Zelensky, chiamati eventualmente a formalizzare un’intesa politica dopo la bozza tecnica.

A Mosca questa impostazione viene vista come un arretramento rispetto alle promesse che, secondo Lavrov, lo stesso Putin ritiene siano state raggiunte con Trump durante il loro vertice di agosto ad Anchorage, in Alaska. Per il ministro, se quelle intese dovessero essere «cancellate» o ridimensionate, verrebbe meno la base stessa per un possibile accordo.

Il contrasto tra le due versioni del piano mette in evidenza le distanze ancora profonde tra i protagonisti del conflitto. Da un lato, Washington cerca un compromesso che eviti una spirale incontrollabile e che permetta all’Ucraina di mantenere un nucleo di sovranità. Dall’altro, Mosca punta a cristallizzare sul terreno i suoi guadagni e a ottenere garanzie strategiche di lungo periodo.

Intanto, la leadership ucraina resta cauta e pubblicamente non conferma l’intesa citata da Abc. Zelensky e i suoi consiglieri temono che qualsiasi concessione territoriale possa essere percepita come una sconfitta, alimentando tensioni interne e minando la stabilità del Paese. Per questo il negoziato procede lontano dai riflettori, con dichiarazioni calibrate e smentite parziali.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se la bozza potrà trasformarsi in un vero accordo. La distanza tra i protagonisti resta ampia, ma la pressione internazionale e il deterioramento del quadro militare rendono concreta la possibilità che il tavolo della pace si muova davvero. Per ora, l’unica certezza è che il negoziato esiste: fragile, contestato, ma potenzialmente storico.

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