
Nel suo articolo pubblicato sull’Huffington Post il 13 novembre, l’autore Alberto Gentili racconta come, attorno alla eventuale candidatura di Guido Crosetto al Quirinale, si stia creando un inatteso clima di apertura anche nelle opposizioni. Gentili osserva che “più è distante il suo aplomb istituzionale dalla grintosa e ringhiosa postura di Giorgia Meloni, più piace alle opposizioni”. Un ritratto che mette in evidenza la figura del ministro della Difesa come possibile nome in grado di rompere gli schemi tradizionali del centrodestra.
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L’analisi di Gentili sottolinea anche il favore espresso da parte del Partito Democratico. La deputata Debora Serracchiani afferma: “È presto per parlarne, naturalmente. E speriamo di poter votare nel ’29 uno dei nostri, ma certamente Crosetto è il più civile degli esponenti del centrodestra”. Aggiunge inoltre che, risolti gli aspetti legati al conflitto d’interessi, sarebbe “il candidato di quella parte più quotato per il Quirinale”.
Il sostegno che arriva dai riformisti
Gentili riporta che il sostegno verso Crosetto va oltre il perimetro dem. L’ex ministro Lorenzo Guerini spiega: “Io e Guido siamo amici. Il suo lavoro alla Difesa è in continuità con il mio”. Per alcuni esponenti centristi, la figura di Crosetto rappresenta un elemento di discontinuità nella storia della destra italiana. Non a caso Matteo Richetti osserva: “Parlare ora del Colle è prematuro. Però è indubbio che Crosetto non venga dal Msi come qualcun’altra… E questo, al momento giusto, farà la differenza”.
La fiducia verso il ministro viene ribadita anche da Ettore Rosato, mentre il dem Stefano Graziano usa una battuta per spiegare la sua preferenza: “Se dovessi scegliere se buttare lui o Meloni dalla torre, sicuramente butterei giù Giorgia”.

Le tensioni nel centrodestra
Nel suo articolo, Gentili ricostruisce anche il clima di cautela che circonda la questione all’interno del centrodestra. Il leader di Noi moderati Maurizio Lupi sintetizza la situazione con ironia: “La strada verso il Quirinale è molto lunga. Crosetto è un amico. Toccherà a lui spiegarlo a Tajani…”. Una frase che allude alle ambizioni attribuite al leader di Forza Italia, che – secondo le indiscrezioni – avrebbe cominciato persino a pensare all’abito da giuramento.
Gentili sottolinea che Crosetto raccoglie un gradimento bipartisan, con l’unica eccezione della Lega, e gode di un ottimo rapporto con il presidente Sergio Mattarella. Non si lascia trascinare dal “populismo penale” e non indulge negli slogan “legge e ordine”. Viene descritto come “sinceramente antifascista”. Tuttavia, in Fratelli d’Italia nessuno affronta il tema: la presenza di Giorgia Meloni, orientata verso una possibile candidatura in caso di bis nel 2027, pesa sulle future dinamiche. Non a caso un senatore del partito, citato da Gentili, afferma: “Se e quando arriverà il momento, Guido si farà da parte per non ostacolare Giorgia”.

L’esperienza del 2022 e gli scenari futuri
Gentili ricorda che Crosetto una volta ha già accarezzato l’idea del Colle. Il 26 gennaio 2022, in un Parlamento paralizzato, fu proposto da Meloni come candidato di bandiera. Ottenendo 114 voti, più del doppio dei grandi elettori di Fratelli d’Italia, dichiarò: “Sono onorato e commosso, significa che in Parlamento ho tanti amici…”.
Ed è proprio sugli “amici” che Gentili concentra una delle riflessioni finali. Rosato osserva: “Per salire al Quirinale gli amici servono. E non poco”. L’articolo si chiude con una nota che rimanda alle presidenziali del 2022: se Mario Draghi non venne eletto e Mattarella fu riconfermato, è perché “nessuno aveva il numero di cellulare di Super Mario e tutti, o quasi, quelli del Presidente”.


