
Quando un luogo simbolo di raccoglimento e silenzio viene violato, il senso di smarrimento coinvolge non solo la comunità religiosa, ma l’intero territorio che lo riconosce come spazio di rispetto e meditazione. Gesti di vandalismo ai danni di luoghi sacri generano inevitabilmente indignazione, perché colpiscono un patrimonio condiviso e toccano la sensibilità di chi considera quegli ambienti parte della propria quotidianità spirituale.
In questi casi, la reazione non è soltanto pratica o investigativa, ma anche emotiva e collettiva: la necessità di rispondere in modo composto, riaffermando valori di civiltà e tutela, diventa parte del percorso della comunità. Ed è proprio dal sentimento di ferita morale che nasce l’esigenza di una risposta unitaria.
Profanata la chiesa di San Nicola di Bari a Ostia
Il fatto riguarda la chiesa di San Nicola di Bari a Ostia, dove il Vicariato di Roma ha denunciato un «gravissimo e inqualificabile atto sacrilego avvenuto nel pomeriggio di martedì 25 novembre». Secondo quanto comunicato, ignoti vandali sarebbero entrati nell’edificio compiendo «un gesto di profonda profanazione: escrementi umani sono stati rinvenuti in diversi punti dell’edificio, incluso l’altare, luogo riservato al Sacrificio Eucaristico».
La diocesi ha annunciato la celebrazione di una messa di riparazione, spiegando: «Di fronte a tale abominio, la nostra risposta non può che essere la preghiera e la carità». In osservanza delle norme canoniche, sarà organizzata «una Santa Messa solenne», invitando «la cittadinanza e tutte le associazioni laicali» a partecipare per testimoniare solidarietà e ribadire il rispetto verso i luoghi di culto. Contestualmente, la diocesi ha chiesto alle forze dell’ordine di «fare piena luce sull’accaduto».
La particolarità della chiesa è quella di rimanere aperta durante il giorno, trovandosi di fronte all’ospedale G.B. Grassi, per consentire a chiunque un momento di preghiera. Proprio martedì pomeriggio l’edificio era accessibile, e la scoperta è avvenuta grazie a una segretaria parrocchiale, che ha immediatamente avvisato il parroco don Cosmo Scardigno.
L’episodio ha suscitato sdegno e preoccupazione, alimentando un dibattito sulla tutela di spazi religiosi sempre aperti al pubblico e sull’importanza di preservarne dignità e sicurezza.


