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Shock nella scuola italiana, la violenza atroce sulle due studentesse: “Il bidello…”

Pubblicato: 25/11/2025 18:07

Emergono dettagli inquietanti sull’inchiesta che ha portato all’arresto, lo scorso ottobre, di un 34enne accusato di aver narcotizzato e abusato di due donne usando Fentanyl. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo – descritto come un collaboratore scolastico in servizio in un liceo di Bergamo – avrebbe somministrato la sostanza alle vittime per stordirle, approfittare della loro incapacità di reagire e successivamente perseguitarle. L’arresto è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo con accuse gravissime: violenza sessuale aggravata, atti persecutori, cessione di sostanze stupefacenti e violenza privata. 

Le due donne coinvolte, tra cui una 35enne, hanno raccontato di aver conosciuto l’uomo tramite un sito di incontri. Durante gli appuntamenti, avrebbe preparato personalmente delle bevande e offerto loro da bere: poco dopo, entrambe avrebbero perso conoscenza. Una delle donne ha spiegato di aver bevuto un bicchiere di vino servito dall’indagato, senza sospettare nulla. Al risveglio avrebbe riportato ferite, ecchimosi e sintomi compatibili con l’assunzione di oppioidi.

Il racconto dell’avvocata e i sospetti sul Fentanyl

A seguire la 35enne è l’avvocata Marcella Micheletti, che definisce il caso senza precedenti nella sua carriera. “La realtà supera sempre la fantasia. Difendo donne vittime di violenza da oltre 25 anni ma un episodio come questo non mi era mai capitato. È la prima volta che seguo un caso di avvelenamento da Fentanyl. È una storia incredibile questa”, ha dichiarato. La legale racconta lo shock provato quando la sua assistita ha riferito di aver ingerito una sostanza sospetta: “Quando la mia assistita mi ha chiamato e mi ha raccontato che l’uomo le aveva somministrato qualche sostanza non ci volevo credere. Dalle analisi è emerso poi che si trattasse proprio di Fentanyl. Non ci volevo credere. Non succede tutti i giorni”.

La 35enne ha descritto un risveglio traumatico: “Al risveglio non si sentiva più le gambe ed era completamente intorpidita. Non riusciva a stare in piedi, non si reggeva proprio. Si sentiva bloccata, incosciente, non riusciva a reagire, faceva fatica a mettere insieme i pensieri e era confusa”, ha riferito l’avvocata, aggiungendo: “Io credo che l’uomo, nel momento in cui ha agito, fosse molto lucido e scientifico”. Anche l’altra vittima avrebbe riportato traumi fisici e sintomi simili. Inoltre, una delle donne ha denunciato ulteriori comportamenti persecutori: l’uomo l’avrebbe pedinata, appostandosi sotto casa, e sarebbe arrivato a monitorare i suoi dispositivi tramite app in grado di leggere conversazioni private. Le indagini, coordinate dalla Procura di Bergamo, proseguono con l’obiettivo di verificare ogni dettaglio dei racconti e accertare la portata delle accuse.

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