Vai al contenuto

“Ha letto la perizia?”. Garlasco, la bomba in diretta a Mattino Cinque

Pubblicato: 26/11/2025 08:23

La puntata di Mattino Cinque andata in onda recentemente è stata segnata da un acceso confronto tra il giornalista Gianluca Zanella e la genetista Marina Baldi, consulente dell’indagato Andrea Sempio, accusato dell’omicidio di Chiara Poggi, la giovane trovata morta nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. Al centro della discussione i due elementi più controversi dell’inchiesta: l’impronta 33 e il DNA sotto le unghie della vittima.

Tutto ha avuto origine dalle parole del nuovo avvocato di Sempio, che ha parlato di una presunta “degradazione del DNA”. Zanella è intervenuto subito per precisare: «La degradazione non c’entra, perché De Stefano ha fatto due test diversi, con quantità diverse di campione. Non è un’incongruenza, è tecnica». Un’affermazione che ha subito acceso la risposta di Baldi: «Posso interloquire col genetista Zanella?», ha detto con tono polemico.

Lo scambio si è rapidamente trasformato in una battuta pungente da parte di Zanella: «Simpatica la dottoressa Baldi. Anzi, la giornalista Baldi…». La genetista però ha mantenuto la calma apparente, ribattendo: «Buongiorno collega. Però la genetica la faccio io, e questo è un dato di fatto». Il clima in studio è diventato subito teso, con il confronto che oscillava tra sarcasmo e questioni scientifiche.

Baldi ha quindi spiegato il punto centrale della sua critica: l’assenza della quantificazione del DNA nella perizia originale. «La quantificazione è fondamentale: indica la quantità reale e il grado di degradazione. Se manca quel valore, discutere del resto diventa fuorviante», ha detto, sottolineando l’importanza di dati certi nella valutazione genetica.

Zanella ha replicato contestando i numeri forniti dalla genetista: «Lei dice che si tratta di 300 picogrammi. Ma ha letto bene la perizia? È 800, non 300». La polemica si è quindi trasformata in un vero e proprio scontro sui dettagli tecnici del profilo genetico della prova, con ciascuno dei due protagonisti deciso a difendere la propria interpretazione dei dati.

«Per ottenere un profilo affidabile ne servono 3000. È poco, è molto poco. E io queste perizie le faccio, è il mio lavoro», ha controbattuto Baldi, evidenziando la distanza tra i valori minimi necessari e quelli presenti nelle analisi precedenti. La genetista ha poi aggiunto una stoccata diretta: «È inutile chiamare un tecnico se poi il tecnico viene trattato come se dicesse cose arbitrarie».

A quel punto è intervenuta la conduttrice Federica Panicucci per provare a riportare ordine nello studio. «Cerchiamo di capirci: su questo caso ci sono ancora più domande che risposte. Ma il confronto deve rimanere chiaro e rispettoso», ha detto, cercando di stemperare la tensione e mantenere il dibattito su toni civili.

Il dibattito ha evidenziato quanto le questioni tecniche legate al DNA possano diventare terreno di scontro acceso tra esperti e giornalisti, soprattutto quando la vicenda riguarda un caso così delicato e controverso come quello di Garlasco. La puntata ha quindi mostrato la difficoltà di bilanciare l’informazione scientifica con la spettacolarizzazione mediatica.

In chiusura, l’episodio ha lasciato lo studio diviso tra chi sosteneva la competenza tecnica della genetista e chi criticava la rigidità del dibattito, confermando che, anche a distanza di anni, il caso di Chiara Poggi resta un terreno di accesi confronti pubblici e di interpretazioni contrastanti dei dati scientifici.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure