
La vicenda della “famiglia del bosco” in provincia di Chieti, una storia che ha tenuto banco nell’opinione pubblica per la singolare scelta di vita dei coniugi di origine straniera, ha subito un nuovo, inatteso colpo di scena. La coppia, che ha visto il Tribunale togliere loro la custodia dei tre figli, trasferiti in una casa famiglia, è rimasta senza il proprio difensore legale.
L’avvocato Giovanni Angelucci, che li aveva assistiti, ha infatti deciso di rimettere il mandato, motivando la sua scelta con ragioni di estrema serietà e legate al rapporto fiduciario con i propri assistiti. Questa mossa improvvisa ha gettato ulteriore luce sulle dinamiche interne alla famiglia e sulle presunte pressioni esterne che avrebbero minato la relazione professionale, complicando ulteriormente un quadro già complesso e doloroso per i Trevallion e Birmingham.
La decisione estrema dell’avvocato
L’avvocato Giovanni Angelucci ha comunicato la sua scelta irrevocabile attraverso una nota ufficiale, definendola una “decisione estrema” e l’ultima che un professionista serio vorrebbe adottare. Nella sua dichiarazione, il legale ha espresso un chiaro disagio per le circostanze che lo hanno portato a rinunciare al mandato difensivo conferitogli dai coniugi Nathan Trevallion e Catherine Birmingham. La frattura insanabile nel rapporto professionale è stata causata, a suo dire, da quelle che ha definito “troppe pressanti ingerenze esterne” ricevute dai suoi assistiti negli ultimi giorni. Queste ingerenze avrebbero avuto l’effetto di incrinare la fiducia che è il fondamento imprescindibile di ogni rapporto tra avvocato e cliente. La tutela del proprio operato e della serenità della difesa, in un contesto reso sempre più difficile, è stata quindi prioritaria, portando Angelucci a farsi da parte in un momento delicato per la coppia.
Il rifiuto delle proposte di aiuto e alloggio
Le motivazioni della rinuncia, oltre al generico riferimento alle ingerenze, sembrerebbero essere profondamente radicate nel rifiuto sistematico da parte dei coniugi delle proposte concrete avanzate dal loro stesso legale per avviare un percorso di regolarizzazione della loro situazione abitativa. Il comunicato dell’avvocato Angelucci ha infatti messo in luce come la sua decisione sia maturata anche a seguito degli ennesimi “no” opposti dalla coppia a soluzioni di alloggio immediate e, soprattutto, a titolo gratuito.
Era stato organizzato un incontro per un sopralluogo in una casa messa a disposizione gratuitamente da un imprenditore del settore della ristorazione di Ortona, originario di Palmoli, e distante solo pochi chilometri dal loro insediamento nel bosco. Questa soluzione si aggiungeva a quella precedentemente proposta dal sindaco Masciulli. Tuttavia, l’avvocato ha rivelato che “nessuna delle due ipotesi pare andasse bene” ai coniugi Trevallion-Birmingham, tanto che l’incontro previsto per il sopralluogo non ha avuto luogo. Questo atteggiamento di chiusura verso le opportunità offerte, finalizzate a ricostruire le condizioni per la riunificazione familiare, ha rappresentato un ostacolo insormontabile per il prosieguo della difesa.
L’opposizione ai lavori di ristrutturazione gratuiti
Un ulteriore, significativo elemento di disaccordo e frustrazione per il legale è emerso dal rifiuto opposto ai lavori di ristrutturazione della “casa del bosco”. L’avvocato si era adoperato per far predisporre un progetto di ristrutturazione straordinaria dell’immobile, con l’obiettivo di renderlo idoneo e conforme agli standard necessari per la ripresa della vita familiare. Era necessario che Nathan Trevallion apponesse una firma per poter procedere con il deposito del progetto presso il genio civile. Sorprendentemente, il signor Trevallion ha comunicato che simili lavori sarebbero stati per loro “troppo invasivi ed impattanti”, scegliendo quindi di non firmare né acconsentire al deposito del progetto che era già stato predisposto dal tecnico di fiducia.
Non solo. La mattinata precedente la decisione di rimettere il mandato, un geometra del posto, in contatto con l’avvocato, si era recato presso l’abitazione in compagnia di un rappresentante della ditta Ssap San Salvo Appalti Spa, la quale si era offerta di eseguire i lavori di ristrutturazione a sue cure e spese, quindi in modo completamente gratuito per la famiglia. Ancora una volta, anche questa generosa offerta di aiuto concreto e materiale è stata respinta dal signor Trevallion. Questo rifiuto di soluzioni che avrebbero sanato la posizione abitativa è stato un fattore determinante per l’avvocato, che si è trovato nell’impossibilità di proseguire un’azione difensiva basata sulla collaborazione e sulla volontà dei clienti di accettare un percorso di cambiamento. La mancanza di collaborazione attiva e la refrattarietà a qualsiasi forma di ingerenza nel loro stile di vita, anche se finalizzata al recupero dei figli, hanno così condotto alla clamorosa e meditata decisione di Angelucci.


