
Per quasi vent’anni, il delitto di Garlasco è rimasto avvolto in un’aura di incertezza, tra indagini riaperte e verità mai del tutto chiare. Oggi, una nuova e potente conferma scientifica minaccia di scuotere le fondamenta di questa vicenda, riaccendendo interrogativi che sembravano ormai sopiti. Il fulcro di questa svolta è una posta elettronica certificata, firmata dalla perita del Tribunale di Pavia, Denise Albani, che potrebbe, ancora una volta, riscrivere la storia dell’omicidio di Chiara Poggi.
La comunicazione, inviata a tutte le parti coinvolte e ricca di dettagli tecnici, presenta i risultati dell’incidente probatorio. L’esperta della polizia scientifica non solo convalida le conclusioni del consulente della procura Carlo Previderé, ma rafforza l’ipotesi che il Dna isolato sulle unghie della vittima sia compatibile con la linea Y della famiglia di Andrea Sempio. Questa traccia, già emersa nelle fasi iniziali dell’inchiesta, era stata in seguito considerata troppo compromessa per un’analisi affidabile dal perito d’Appello Francesco De Stefano. Ora, tuttavia, una moderna tecnica biostatistica, riconosciuta come standard internazionale, ha permesso di superare quella precedente valutazione.
La conferma del dna e le nuove tecnologie

Il progresso scientifico ha reso possibile un’analisi approfondita del campione genetico che, sebbene ritenuto fragile nel 2014, ha rivelato elementi sufficienti per un confronto preciso: 12 marcatori su 16 sono risultati compatibili. Denise Albani sottolinea come questo dato converga con le precedenti tesi della Procura di Pavia e del genetista Ugo Ricci, che avevano già evidenziato un possibile legame con la linea maschile di Sempio, portando alla riapertura del caso dopo la rapida archiviazione del 2017. A seguito di questa recente valutazione, Andrea Sempio ha scelto di parlare, esprimendo il suo stato d’animo. Giovedì mattina, secondo il Corriere della Sera, ha dichiarato di sentirsi «amareggiato» e fermamente intenzionato a «dimostrare» la sua «innocenza», posizione che sostiene da anni e che ora affida ai suoi esperti.
Tra i consulenti di Sempio figura Armando Palmegiani, che all’Adnkronos ha commentato il risultato come atteso e, a suo parere, ancora soggetto a interpretazione. «È un dato che ci aspettavamo, non ci sorprende, ed è tutto da valutare», ha affermato, mettendo in luce i valori eccezionalmente bassi del profilo genetico rilevato. «Parliamo di un Y che nei valori Rfu che abbiamo sono molto bassi: superano di poco i 200, nessun picco supera i 1000, ha una media di valori – sia dell’unghia attribuibile alla mano destra che a quella della mano sinistra – bassissimi. Se fosse un’aggressione avremmo valori al di sopra dei 2.000-3.000». Questa analisi mira a ridimensionare la portata dell’esito, suggerendo che la traccia genetica potrebbe non essere il risultato di un’aggressione violenta.
Le reazioni e le interpretazioni della difesa

Denise Albani ha ora tempo fino al 5 dicembre per depositare la sua relazione conclusiva alla giudice Daniela Garlaschelli. Il 18 dicembre, l’aula del Tribunale di Pavia ospiterà un confronto tra periti e consulenti, un momento che si preannuncia cruciale per il caso. La conferma biostatistica riveste un’importanza fondamentale anche per gli investigatori del Nucleo investigativo di Milano, guidati dal procuratore Fabio Napoleone e dall’aggiunto Stefano Civardi, impegnati da mesi a chiarire le zone d’ombra ancora presenti. Per Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e da sempre proclamatosi «estraneo al delitto», la situazione si fa innegabilmente più complessa.
A complicare ulteriormente il quadro investigativo, si aggiungono altri elementi emersi negli ultimi mesi: l’impronta 33 trovata sulle scale della villetta, le chiamate ritenute anomale indirizzate alla famiglia Poggi, e la questione dello scontrino di Vigevano, utilizzato come alibi ma considerato dagli investigatori una «bugia». Parallelamente, l’inchiesta sulla presunta «corruzione» dell’ex pm Mario Venditti, gestita dalla Procura di Brescia, potrebbe svelare ulteriori anomalie nel percorso giudiziario iniziale, aggiungendo un tassello cruciale alla complessa vicenda di Garlasco.
Altri elementi e nuove indagini sul caso garlasco

La complessità del dibattito è accresciuta dalla posizione dei consulenti della famiglia Poggi. Essi sostengono che un risultato ottenuto da un campione «in condizioni di criticità e non consolidato» non possa essere ritenuto un «dato scientifico attendibile». Ricordano che, durante l’appello bis nel 2014, il perito De Stefano effettuò ripetute analisi senza mai ottenere risultati coerenti. Per tale ragione, ritengono che questi dati «non possono essere usati per una valutazione biostatistica» nell’incidente probatorio, in quanto privi di validità «scientifica» e da considerarsi «nulli».
A pochi giorni dal deposito della perizia e a meno di un mese dall’udienza che potrebbe rappresentare una svolta decisiva, il caso Garlasco torna ad accendersi con prepotenza. Questa storia, che sembrava destinata a un epilogo definitivo, si trova ora di fronte a nuove prospettive, alimentate dalle recenti scoperte tecnologiche e da interrogativi mai del tutto risolti, con la possibilità di un nuovo, inatteso, cambiamento.


