
La scena politica italiana è stata recentemente scossa da una mossa inattesa della premier, Giorgia Meloni, che ha risposto all’invito a un confronto pubblico con la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, allargando l’invito anche al leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. L’annuncio, diffuso tramite un post su Facebook, ha spiazzato osservatori e commentatori, modificando radicalmente il formato del potenziale dibattito e sollevando interrogativi sulla leadership dell’opposizione.
La svolta nel formato del dibattito
La proposta iniziale prevedeva un faccia a faccia pubblico tra Meloni e Schlein, un evento che sarebbe stato il primo del suo genere fuori dalle aule parlamentari. Finora, infatti, le due leader si sono confrontate esclusivamente in Aula, principalmente durante le comunicazioni della Presidente del Consiglio in vista dei vertici europei, e in un’unica occasione nella Sala della Regina per discutere di riforme. L’invito per la leader del PD era partito da Giovanni Donzelli, membro di Fratelli d’Italia, per la partecipazione alla festa del partito, Atreju, che si terrà a Castel Sant’Angelo dal 6 al 14 dicembre. Schlein si era detta disponibile ad accettare, ma ponendo una condizione vincolante: confrontarsi unicamente e direttamente con la premier. Questo “sì vincolato” rappresentava già una notevole inversione di rotta rispetto al secco rifiuto dell’anno precedente, che aveva creato diversi malumori interni nel PD.
L’incognita e l’inclusione di Conte
A inserirsi nell’ipotesi del confronto tra le due leader è stato tempestivamente Giuseppe Conte. Il leader del M5s si è dichiarato anch’egli “disponibile” a un confronto con la premier, ribadendo la sua apertura già manifestata l’anno scorso. La mossa della premier Meloni è giunta in serata come risposta diretta a questa complessa dinamica. Con il suo post su Facebook, la leader di Fratelli d’Italia ha annunciato la sua disponibilità a un confronto, ma ha fermamente sostenuto che “al confronto debba partecipare anche Giuseppe Conte”. In questo modo, Meloni ha di fatto cambiato il formato del dibattito, trasformando il potenziale scontro bipolare Meloni-Schlein in un confronto allargato a tre. In assenza di un rifiuto da parte di Conte, si prevede dunque che il primo dibattito pubblico tra Meloni e Schlein fuori dal Parlamento salterà nella sua forma originaria.
Le motivazioni della premier
Meloni ha chiarito le ragioni della sua scelta di includere anche il leader del M5S nel dibattito. La premier ha fornito due motivazioni principali. La prima riguarda la coerenza di Conte, che “a differenza di Elly Schlein, anche negli anni passati è venuto ad Atreju senza imporre alcun vincolo. Lo ha fatto anche da Presidente del Consiglio”. Questo sottolinea un elemento di rispetto istituzionale e continuità da parte del leader pentastellato. La seconda e più significativa motivazione è di natura politica e si concentra sulla leadership dell’opposizione. Meloni ha esplicitamente dichiarato: “non spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell’opposizione, quando il campo avverso non ne ha ancora scelto uno”. Questa affermazione è una chiara sfida all’attuale assetto politico e alle difficoltà interne del cosiddetto “campo largo” di individuare una guida unitaria e riconosciuta. La premier si è dunque detta disponibile a un confronto unico con entrambi i principali leader dell’opposizione. Questo dibattito, che non sarà moderato dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana, ma da un giornalista, assume i contorni di un potenziale preludio della prossima campagna elettorale, con una Meloni che si pone al centro del dibattito, costringendo l’opposizione a condividere la scena.


