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Delegazione Pd bloccata in Cisgiordania: esplosioni e panico. L’intervento del Governo

Pubblicato: 27/11/2025 22:35
delegazione pd bloccata cisgiordania esplosioni

Secondo quanto riporta l’Ansa, una delegazione Pd di sei parlamentari è rimasta bloccata per ore in Cisgiordania mentre rientrava a Gerusalemme da Gerico. Il van su cui viaggiavano si è fermato all’improvviso per un blocco stradale delle forze di sicurezza israeliane durante un’operazione antiterrorismo. I deputati hanno sentito esplosioni e, per mettersi al riparo, hanno lasciato il mezzo trovando rifugio nella casa di un cittadino palestinese.

Su richiesta del ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’ambasciata d’Italia ha allertato i servizi di sicurezza israeliani Shin Bet e il comando militare Cogat, che hanno collaborato con il console generale a Gerusalemme per mettere al sicuro il gruppo. La delegazione, composta da Laura Boldrini, Mauro Berruto, Ouidad Bakkali, Sara Ferrari, Valentina Ghio e dall’ex ministro Andrea Orlando, è stata recuperata con due auto blindate e riaccompagnata in albergo, da dove domani ripartirà per l’Italia.

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Una missione nei territori occupati

Il viaggio dei parlamentari nasce per osservare da vicino la situazione nei territori palestinesi occupati. “Inizia da Gerusalemme, la nostra visita. Siamo una delegazione di deputate e deputati del Pd: con me ci sono Ouidad Bakkali, Mauro Berruto, Sara Ferrari, Valentina Ghio e l’ex ministro Andrea Orlando. Siamo partiti dai quartieri palestinesi di Gerusalemme est dove molte famiglie vivono sotto minaccia di espropriazioni e demolizioni delle proprie abitazioni da parte dei coloni e dell’esercito israeliano. Da qui proseguiremo e andremo a visitare altri luoghi dei territori palestinesi occupati”, ha scritto Boldrini presentando la missione.

L’episodio del blocco stradale arriva mentre, sullo sfondo, continuano le denunce internazionali sulla pace violata e sulle gravi violazioni dei diritti umani in Palestina. Nel suo ultimo rapporto al Consiglio Onu per i diritti umani, la relatrice speciale Francesca Albanese parla di un passaggio “dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”, descrivendo un sistema che punta allo sfollamento e alla sostituzione dei palestinesi nei territori occupati dal 1967.

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Le accuse sul genocidio a Gaza

Lo stesso rapporto di Albanese afferma che “il genocidio a Gaza non è stato commesso in isolamento, ma come parte di un sistema di complicità globale”, chiamando in causa anche Stati terzi che continuano a fornire appoggio politico e militare a Israele nonostante il numero altissimo di vittime civili. Organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch documentano bombardamenti indiscriminati, distruzione di infrastrutture essenziali e ostacoli all’accesso degli aiuti umanitari Israele per presunte violazioni della Convenzione sul genocidio a Gaza, ordinando misure provvisorie per prevenire ulteriori atti che possano rientrare nel crimine di genocidio. Una recente Commissione d’inchiesta Onu ha inoltre accusato Israele di aver agito con “intento di distruggere” i palestinesi a Gaza, pur con accuse respinte con forza da Tel Aviv, che rivendica il diritto alla legittima difesa dopo gli attacchi di Hamas dell’ottobre 2023.

In questo contesto di violenze, blocchi e restrizioni, il breve stop forzato della delegazione Pd diventa uno spaccato di ciò che vivono ogni giorno i civili palestinesi tra checkpoint, operazioni militari e esplosioni improvvise. I parlamentari, rientrati a Gerusalemme, hanno annunciato l’intenzione di riportare in Parlamento e nell’opinione pubblica italiana ciò che hanno visto in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, rilanciando la richiesta di un cessate il fuoco duraturo e del rispetto del diritto internazionale umanitario per interrompere un conflitto che continua a travolgere la popolazione palestinese.

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