
La nuova conferma sulla piena concordanza del Dna Y tra il profilo genetico di Andrea Sempio e quello trovato sotto le unghie di Chiara Poggi segna un momento decisivo nella lunga vicenda del delitto di Garlasco. L’esito dell’incidente probatorio, affidato a un perito nominato dal Tribunale, si discosta da anni di valutazioni contrastanti e apre una fase completamente diversa dell’inchiesta. L’aspetto più rilevante, dal punto di vista probatorio, è che non si tratta di una consulenza di parte ma di un accertamento disposto da un organo terzo, dunque destinato a pesare molto di più in un eventuale processo.
Per la prima volta, dopo quasi due decenni, il quadro probatorio attorno al delitto del 13 agosto 2007 sembra orientarsi verso una nuova direzione. Il nome di Sempio, già considerato e archiviato negli anni precedenti, torna al centro dell’attenzione giudiziaria e mediatica, mentre il materiale genetico attribuito alla linea maschile della famiglia Sempio diventa l’elemento più discusso dell’intero impianto accusatorio.
Interviene Massimo Lovati: “C’è rischio di ricusazione, è atto di terrorismo”
“Bisogna capire chi è che l’ha propalata perché ha compiuto un atto di terrorismo rispetto all’indagato, alla psicologia dell’indagato che si sente prima del tempo inchiodato da una cosa che non è ancora avvenuta. Non sarebbe la prima volta perché è già successo con l’impronta 33, con Ignoto 3. È una strategia che non mi piace. Io vorrei capire chi è che l’ha propalata, forse quelli che mi fanno le pulci per la fuga di notizia della consulenza Linarello”
“Secondo me la notizia è falsa perché altrimenti sarebbe una cosa inaudita. Un’anticipazione illegittima che renderebbe addirittura impugnabile o nulla la perizia stessa e condurrebbe, secondo me, alla recusazione sia del perito che del giudice”, le parole di Lovati.

Verso un rinvio a giudizio
Secondo quanto ricostruito, la prospettiva di un vero e proprio processo a Sempio appare oggi molto più concreta. Gli investigatori escludono una misura cautelare, ma la strategia degli inquirenti è chiara: completare tutte le consulenze e gli accertamenti entro la primavera, per poi formulare una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del 37enne. Solo dopo quella fase, dunque non prima di una formalizzazione completa delle accuse, potrà essere affrontato il capitolo legato ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015.
Il possibile effetto domino è evidente. Se il nuovo impianto accusatorio dovesse trovare conferme in giudizio, gli stessi magistrati potrebbero trasmettere gli atti alla procura generale di Milano per una eventuale richiesta di revisione della condanna di Stasi, un passaggio che fino a pochi anni fa sarebbe sembrato impensabile.

Telefonate, spostamenti e piste collaterali
A creare ulteriori dubbi sull’alibi di Sempio non c’è solo il dato genetico. Gli inquirenti stanno approfondendo anche le telefonate effettuate verso casa Poggi nei giorni precedenti al delitto e la questione, più volte emersa negli anni, legata allo scontrino di Vigevano che potrebbe essere collegato agli spostamenti del 13 agosto. Si tratta di tasselli già noti negli atti, ma che, in combinazione con il nuovo riscontro sul Dna, assumono un peso diverso nel mosaico investigativo.
Nel fascicolo compare anche un altro capitolo, quello delle indagini bresciane sulla presunta corruzione avvenuta durante l’inchiesta del 2016-2017. Secondo l’ipotesi dei pm coordinati da Francesco Prete, la famiglia Sempio avrebbe versato tra i “20-30 mila euro” per ottenere una rapida e favorevole archiviazione. Al momento gli indagati sono l’ex procuratore aggiunto Mario Venditti e Giuseppe Sempio, padre di Andrea, ma non vengono esclusi ulteriori sviluppi.
Un caso che continua a dividere
La nuova svolta conferma quanto il delitto di Garlasco resti uno dei casi più complessi e dibattuti della cronaca giudiziaria italiana. La combinazione di nuovi accertamenti scientifici, analisi su comportamenti pregressi e possibili interferenze nelle indagini precedenti apre una fase di particolare delicatezza. L’esito della perizia genetica non chiude la storia, ma la rilancia, preparando il terreno a un possibile processo che potrebbe riscrivere l’intera vicenda.


