
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco, torna al centro dell’attenzione con il nuovo incidente probatorio che coinvolge il dna trovato sulle unghie della vittima. Al centro della controversia c’è Andrea Sempio, amico storico del fratello della vittima, Marco Poggi, il cui profilo genetico sembrerebbe coincidere con quello isolato nel 2007 su due unghie di Chiara.
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La difesa di Sempio prova a ridimensionare la portata della scoperta. Come spiegano i legali Angela Taccia e Liborio Cataliotti, “Le indiscrezioni riguardano meri dati biostatistici e non una perizia completa: anche ove fossero stati correttamente interpretati, non saremmo né sorpresi né preoccupati”. La linea dei difensori mira a sottolineare che il risultato, pur mostrando una “concordanza” con l’aplotipo Y della famiglia Sempio, non ha valore individualizzante e deve essere interpretato con cautela.
Dna misto e ipotesi alternative
La difesa insiste sul fatto che il dna trovato sia “mistò e parziale”, con un secondo profilo presente in minima parte. Taccia e Cataliotti evidenziano come manchino ancora elementi fondamentali per attribuire il materiale genetico all’autore dell’omicidio: “Fu contatto diretto fra i due corpi o contatto con lo stesso oggetto? E quando avvenne il contatto? Senza queste risposte ogni valutazione è affrettata”.
Questa ipotesi lascia aperta la possibilità che il dna sia finito sulle unghie di Chiara semplicemente perché Sempio aveva toccato oggetti precedentemente a contatto con la vittima, senza implicazioni dirette nel delitto. La strategia difensiva punta quindi a mettere in discussione la robustezza scientifica del legame tra dna e crimine, ribadendo che la presenza genetica non equivale automaticamente a responsabilità.

Il ribaltone della genetista Denise Albani
La nuova perizia, affidata dalla Gip di Pavia Daniela Garlaschelli alla genetista Denise Albani, ha rilevato una “piena concordanza” tra l’aplotipo Y sulle unghie della vittima e quello di Andrea Sempio. Un risultato che contrasta con le conclusioni precedenti del perito Francesco De Stefano, che undici anni fa scartò il dna come “non consolidato” durante il processo che portò alla condanna di Alberto Stasi.
All’epoca, la perizia di De Stefano costituì uno dei motivi per l’archiviazione della posizione di Sempio, chiesta nel 2017 dall’allora procuratore aggiunto Mario Venditti. Ora, con l’incidente probatorio, i consulenti della famiglia Poggi richiamano l’attenzione sul nuovo esame, considerandolo valido e significativo, mentre la difesa mantiene la cautela, sostenendo che dati non consolidati o di bassa intensità non possano avere valore probatorio.

Prossimi passi e attese in tribunale
I risultati preliminari comunicati ai consulenti di tutte le parti ieri rappresentano solo una tappa del lungo iter giudiziario. La perizia definitiva di Albani sarà depositata nei prossimi giorni, e il 18 dicembre è fissata la discussione in tribunale a Pavia.
Si tratta di un momento cruciale: il maxi incidente probatorio potrebbe ridefinire la percezione di un delitto rimasto irrisolto per diciotto anni, con possibili ripercussioni sulla valutazione scientifica e legale del dna. La vicenda conferma come la scienza forense, pur avanzata, resti oggetto di interpretazioni differenti, con difesa e accusa pronte a utilizzare gli stessi dati per sostenere tesi opposte.
Le implicazioni di un dna controverso
Il caso Sempio-Poggi rappresenta un esempio emblematico di quanto il dna forense possa essere al contempo elemento decisivo e fonte di dibattito. La difesa evidenzia come l’assenza di consolidamento, la presenza di profili misti e la possibilità di contatti indiretti possano ridurre il peso del materiale genetico.
Allo stesso tempo, i consulenti della famiglia Poggi sottolineano la piena concordanza e la rilevanza statistica della scoperta, interpretandola come indizio importante. In attesa della perizia definitiva e della discussione in tribunale, il dibattito rimane aperto e destinato a scuotere nuovamente la cronaca giudiziaria pavese.


