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“È stato fortissimo”. Terremoto in Italia, boato tremendo e poi scossa: la terra trema ancora

Pubblicato: 28/11/2025 16:59

Il pomeriggio era scivolato via con il rumore quieto della quotidianità, un brusio di fondo che all’improvviso è stato squarciato. Non è stato solo un tremore, ma un colpo sordo e profondo, quasi un ruggito proveniente dalle viscere della terra, che ha preceduto o accompagnato l’onda sismica.

Un boato netto, inconfondibile, che ha fatto vibrare i vetri delle finestre e ha trasformato l’aria in qualcosa di denso e minaccioso. In un attimo, il pavimento ha iniziato a muoversi con violenza, un’oscillazione improvvisa e allarmante che ha costretto le persone a interrompere ogni attività, cercando istintivamente un appiglio, con il cuore che batteva furiosamente contro le costole. L’intensità della scossa, avvertita da tutti, ha riacceso in un lampo quella sensazione di fragilità e impotenza che solo la forza inaudita della natura può generare. Poi, il silenzio, teso e carico di domande, mentre lo sguardo cercava quello dei vicini, tutti accomunati dallo stesso, intenso momento di paura.

Nuova intensa scossa di terremoto ai Campi Flegrei

Una nuova e significativa scossa di terremoto ha risvegliato la preoccupazione nella caldera dei Campi Flegrei nel pomeriggio di oggi, venerdì 28 novembre 2025. L’evento sismico, registrato con precisione alle ore 16:29, è stato avvertito dalla popolazione in maniera particolarmente intensa e netta. La peculiarità di questo sisma, un fattore molto frequente e caratteristico dell’attività flegrea, è stata la sua manifestazione acustica: la scossa è stata, infatti, accompagnata da un distinto e forte boato, come confermato dalle testimonianze dei residenti delle aree limitrofe all’epicentro. Questo fenomeno sonoro, spesso legato alla rapida liberazione di energia in un contesto geologico complesso come quello vulcanico, aggiunge un ulteriore elemento di inquietudine al già costante monitoraggio della zona.

L’epicentro di questa più recente attività sismica si colloca, presumibilmente, nel cuore della caldera flegrea, un’area nota per la sua complessità vulcanica e per il fenomeno del bradisismo. La percezione della scossa è stata, come spesso accade, massima nelle municipalità che si affacciano direttamente sulla caldera e nelle zone più prossime all’area di maggiore attività. Tra i comuni in cui il sisma è stato avvertito con maggiore intensità si annoverano Pozzuoli, che sovente funge da epicentro principale degli eventi sismici flegrei, ma anche Bacoli e Quarto, con estensioni significative della percezione fino a Licola. Non solo l’area puteolana è stata interessata, ma anche la parte occidentale della città di Napoli, dove molti residenti hanno chiaramente percepito l’oscillazione e il caratteristico boato che l’ha preceduta o accompagnata. Le segnalazioni si sono concentrate in quartieri come Fuorigrotta, Pianura e zone limitrofe, a riprova della portata dell’evento e della sua capacità di propagarsi anche a distanze maggiori. La natura superficiale di questi terremoti contribuisce spesso alla loro forte percezione da parte della popolazione, indipendentemente da una magnitudo che, in base ai dati preliminari, si posiziona in un range comune all’attuale periodo di sollevamento del suolo.

Il contesto: l’attività sismica incessante

Questa singola scossa delle 16:29 non rappresenta un evento isolato, ma si inserisce in un quadro di attività sismica che è tornato a farsi sentire con una certa frequenza e intensità in questa giornata. L’evento pomeridiano, infatti, è giunto a poche ore di distanza dalla conclusione di uno sciame sismico che aveva caratterizzato l’intera mattinata odierna. L’attività della mattinata, sebbene composta da eventi di magnitudo generalmente inferiore, è stata comunque prolungata e significativa, mantenendo in allerta gli abitanti e gli enti preposti al monitoraggio. Lo sciame sismico ha contato un totale di 24 terremoti registrati, una cifra che evidenzia la continuità del rilascio di energia all’interno della caldera. Il sisma di magnitudo maggiore all’interno dello sciame mattutino è stato quantificato in un valore di 2.2 della scala Richter, un dato che, pur essendo rilevante, è stato superato in termini di percezione e sensazione di intensità dalla scossa delle 16:29. La successione di eventi, prima lo sciame e poi l’episodio più intenso del pomeriggio, sottolinea la fase di accresciuta dinamicità in cui versa attualmente la caldera dei Campi Flegrei, fenomeno costantemente sotto la lente d’ingrandimento della comunità scientifica e delle autorità di Protezione Civile.

Il fenomeno che alimenta questa incessante attività sismica è il bradisismo, ovvero il lento e periodico sollevamento e abbassamento del suolo che caratterizza l’area flegrea. L’attuale fase è improntata al sollevamento, un movimento che provoca tensioni e fratture nelle rocce superficiali e profonde, le quali, una volta superata la loro soglia di resistenza, rilasciano l’energia accumulata sotto forma di terremoti. Il boato udito dai residenti, come già menzionato, è spesso correlato a questa fragilità crostale e alla rapida propagazione delle onde sismiche in contesti ricchi di fluidi e gas, tipici delle aree vulcaniche. Studi recenti hanno evidenziato una correlazione tra l’aumento della deformazione del suolo e la comparsa di terremoti più intensi, suggerendo che l’innalzamento del terreno agisce come un precursore o un fattore scatenante per gli eventi di maggiore energia. Questa prospettiva scientifica impone un monitoraggio ancora più serrato di tutti i parametri geofisici – dalla sismicità, alla deformazione, alla geochimica dei fluidi – per comprendere al meglio l’evoluzione del sistema e anticipare eventuali mutamenti significativi del suo stato. La sicurezza e la preparazione della popolazione rimangono la priorità assoluta in questo scenario di rischio vulcanico e sismico costantemente attivo.

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