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Leva militare, cosa prevede la proposta di Crosetto: “Proprio loro”

Pubblicato: 28/11/2025 09:43

Il dibattito sulla leva militare torna al centro della scena politica italiana, questa volta con un’iniziativa concreta annunciata dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Il titolare del dicastero ha anticipato l’arrivo di un disegno di legge che passerà al vaglio del Consiglio dei ministri prima di approdare in Parlamento. Non esiste ancora un testo formale, ma le indicazioni fornite delineano un’ipotesi chiara: creare una riserva volontaria di almeno 10mila persone dotate di competenze in ambiti considerati strategici, in particolare quello della cybersicurezza.
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Secondo quanto illustrato dal ministro, l’obiettivo non sarebbe quello di ripristinare la leva obbligatoria, bensì di costruire un sistema simile ai modelli adottati in Francia e Germania, dove il reclutamento rimane su base volontaria ma può diventare obbligatorio solo in circostanze eccezionali. La riserva sarebbe composta da figure diverse: ex militari in congedo, guardie giurate o professionisti civili — come medici, ingegneri e tecnici laureati — utili per operazioni di supporto logistico e per interventi in caso di calamità naturali oltre che di crisi militari.

Crosetto ha ribadito che nessuno dei volontari dovrebbe essere impiegato in prima linea. Nei conflitti moderni, ha spiegato, le armi sono troppo complesse perché possano essere affidate a persone con esperienza limitata. L’interesse è quindi rivolto soprattutto ai giovani con competenze tecnologiche o con abilità utili nei settori emergenti della difesa.

Confronto con i modelli europei

Il ministro colloca la proposta italiana nel contesto più ampio della revisione delle politiche militari europee. Paesi come Francia e Germania stanno rivedendo sistemi adottati negli ultimi quindici anni. Il progetto francese prevede un servizio volontario di dieci mesi, annunciato dal presidente Emmanuel Macron, destinato inizialmente a 3mila giovani e poi ampliabile fino a 10mila partecipanti all’anno.

La Germania ha avviato un piano ancora più strutturato, che coinvolge circa 700mila diciottenni chiamati a compilare un questionario per valutarne il possibile impiego futuro nelle forze armate. Dal 2027, i neo–maggiorenni saranno sottoposti a visite mediche per censire gli idonei, con un sistema obbligatorio per gli uomini e opzionale per le donne. L’obiettivo è estendere gradualmente l’organico fino a raggiungere circa 260mila unità entro il 2035, mantenendo la possibilità di un reclutamento obbligatorio solo in caso di estrema necessità.

Secondo Crosetto, anche l’Italia dovrebbe “fare come tutte le nazioni europee”, riconsiderando gli attuali modelli e riflettendo sull’aumento del numero delle forze armate. La bozza di legge punterà dunque a definire una struttura più ampia, basata su una riserva formata e aggiornata periodicamente.

Le reazioni della maggioranza e le critiche dell’opposizione

La proposta ha generato reazioni contrastanti. Nella maggioranza, Forza Italia mantiene una posizione prudente: il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri parla della necessità di valutare il progetto quando sarà completo, ipotizzando un modello simile a quello tedesco e ribadendo che un ritorno alla leva del passato sarebbe “impossibile e antistorico”.

Di fronte alla bozza di Crosetto si inserisce poi il rilancio della storica proposta di Matteo Salvini, che spinge per una leva obbligatoria di sei mesi per tutti, ragazzi e ragazze. Il leader della Lega sostiene un servizio non destinato alla preparazione al combattimento ma rivolto ad attività di protezione civile, volontariato e primo soccorso.

Ben più critiche le opposizioni. Giuseppe Conte accusa il governo di concentrarsi esclusivamente su “piani di guerra, leva e riarmo”, mentre Angelo Bonelli parla di una scelta che spingerebbe alla “militarizzazione dell’economia”. Nicola Fratoianni definisce la proposta “incomprensibile”, mentre dal Partito Democratico il deputato Stefano Graziano riconosce solo l’eventualità di una riserva a supporto della logistica, ribadendo la posizione favorevole a un esercito composto esclusivamente da professionisti.

Una discussione destinata a proseguire

Il tema della riserva volontaria non è nuovo: già nel 2023 Crosetto aveva parlato della necessità di formare 10mila persone pronte a intervenire “in casi estremi”, e nel 2024 il confronto si era riacceso in seguito alla proposta leghista per la leva obbligatoria. Oggi l’attenzione torna su una riforma che punta a conciliare esigenze di sicurezza nazionale e modernizzazione tecnologica delle forze armate.

Il dibattito resta aperto, in attesa che il governo presenti il testo ufficiale del disegno di legge, destinato a diventare uno dei temi più rilevanti nel confronto politico dei prossimi mesi.

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