Il nome di Sarah Beckstrom risuona oggi con un peso diverso, più cupo, più definitivo. Vent’anni appena, un’uniforme indossata da poche settimane e un futuro ancora intatto: tutto spezzato dalla sparatoria avvenuta nei pressi della Casa Bianca, dove l’afghano Rahmanullah Lakanwal ha aperto il fuoco contro i militari in servizio. Una corsa in ospedale, ore di interventi disperati e poi la notizia che Washington non avrebbe voluto sentire. A comunicarla è stato il Presidente Donald Trump, durante la telefonata del Giorno del Ringraziamento ai reparti impegnati nel servizio attivo, ricordandola come “altamente rispettata” e “magnifica”, parole che hanno immediatamente fatto il giro degli Stati Uniti.
Il Presidente ha parlato anche delle condizioni dell’altro militare ferito, Andrew Wolfe, che sta ancora “lottando per la vita” in condizioni definite “molto gravi”. Un quadro che restituisce la durezza di un attacco improvviso e brutale, consumato a pochi passi dal cuore politico del Paese.
Chi era Sarah Beckstrom
La breve biografia di Beckstrom racconta una ragazza radicata nella sua comunità della West Virginia, diplomata nel 2023 alla Webster County High School che oggi la ricorda con parole di gratitudine e orgoglio. Dalla scuola è arrivato un messaggio netto: la giovane aveva mostrato negli anni “forza, carattere e impegno”, incarnando quei valori che la comunità considera parte della propria identità. Aveva iniziato il servizio militare il 26 giugno 2023 ed era assegnata alla 863rd Military Police Company, all’interno della 111th Engineer Brigade della West Virginia Army National Guard. Un percorso appena intrapreso, che la sparatoria vicino alla Casa Bianca ha fermato in modo irreparabile.