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Torna la leva obbligatoria in Italia? Ecco chi sarebbe esonerato: “Ci sono casi specifici”

Pubblicato: 28/11/2025 23:04

Eccellente domanda, Riccardo — data la recente ripresa del dibattito sul ritorno della leva militare in Italia, è utile ragionare su cosa significherebbe per chi oggi sarebbe potenzialmente chiamato e chi resterebbe comunque escluso grazie a normative come quelle di dispensa, esenzione o esonero. Ecco un’analisi articolata.

Perché si parla di ritorno della leva

Negli ultimi mesi, con il mutato scenario geopolitico europeo (crisi, guerre in corso, tensioni internazionali), molti Paesi stanno rivalutando le proprie forze armate e modalità di reclutamento.

In Italia, il Guido Crosetto — attuale ministro della Difesa — ha annunciato di voler presentare al Parlamento una proposta di legge per reintrodurre un “servizio militare” che però, secondo le sue dichiarazioni, non sarebbe generalizzato e obbligatorio come nel passato, ma pensato su base volontaria o riservistica.

Questo approccio — simile a quanto stanno facendo altri paesi europei — nasce dall’idea che le Forze Armate necessitino di un “incremento di organico, riserve e capacità di mobilitazione” in un contesto internazionale instabile.

Al momento, la leva obbligatoria per i giovani è sospesa dal 2005. Tuttavia, la sospensione non equivale a cancellazione definitiva: la normativa rimane sulla carta. Se una nuova legge dovesse passare, resterebbe da capire esattamente chi verrebbe coinvolto: se tutti i giovani, solo una parte, o solo quelli che aderiranno volontariamente.

I benefici di leva: cosa sono e perché contano oggi

Prima di guardare ai possibili scenari futuri, vale la pena ricordare cosa sono i benefici di leva: termini come dispensa, esenzione, esonero indicano tipologie diverse di “esonero o sospensione” rispetto all’obbligo di leva o servizio.

  • Con “esonero” si intende la cancellazione definitiva di ogni obbligo militare: chi ottiene l’esonero non può essere richiamato nemmeno in guerra.
  • Con “dispensa” o “esenzione” si ottiene invece la sospensione o l’esonero dal servizio volontario/ obbligatorio (o dalla ferma di leva), ma senza cancellare del tutto il vincolo militare: in casi straordinari — come guerra o mobilitazione — la persona potrebbe comunque essere richiamata.

Così come prevedeva (e prevede) la normativa del D.Lgs. 504/97 e le leggi correlate al servizio di leva, esistono precise categorie di cittadini che, se la leva tornasse, potrebbero avvalersi di questi benefici: situazioni familiari particolari, disabilità di familiari, situazione economica, ecc. (come avevi già elencato tu).

In un’eventuale reintroduzione, queste categorie — se confermate dalla nuova legge — resterebbero probabilmente escluse dall’obbligo di arruolamento.

Chi rischierebbe di essere chiamato: lo scenario “base”

Se la reintroduzione riguardasse una forma di leva obbligatoria generalizzata (ipotesi meno probabile, visti gli ultimi annunci), i soggetti potenzialmente coinvolti sarebbero i civili in età di leva — come avveniva in passato. Dopo le forze armate attive e le riserve già esistenti, lo Stato potrebbe richiamare i cittadini civili che:

  • siano in età utile per la leva/servizio;
  • abbiano superato la visita di idoneità somatico-funzionale;
  • non rientrino nelle categorie di esonero, dispensa o esenzione riconosciute dalla normativa.

In questo scenario, molti dei giovani oggi “esonerati de facto” — in quanto la leva è sospesa — tornerebbero ad avere un obbligo attivo.

È importante però sottolineare come l’attuale proposta del governo non parli esplicitamente di un ritorno immediato della leva obbligatoria: l’idea è quella di un sistema su base volontaria o riservistica, per rafforzare l’esercito e disporre di una riserva. Quindi, al momento, non c’è certezza che verrebbero richiamati tutti i giovani.

Chi — secondo le regole attuali — resterebbe escluso: i benefici di leva oggi rilevanti

Se la leva venisse reintrodotta, resteranno probabilmente valide anche le tutele previste per dispense, esenzioni ed esoneri. Questo significa che molte delle categorie previste dalla normativa esistente — come figli unici, famiglie in difficoltà economiche, minori con famigliari disabili, ecc. — potrebbero continuare a essere escluse dall’obbligo.

Chi oggi beneficia di esenzione (ad esempio i ministri di culto, religiosi, alcuni casi particolari di trattati internazionali, ecc.) o esonero (figli maschi di vedove/invalide di guerra) avrebbe ragione di non essere arruolato.

Chi può richiedere dispensa in tempo di pace perché la situazione familiare cambierebbe da “normale” a “critica” — perdita di genitore, responsabilità familiari gravi, lavoro indispensabile, difficoltà economiche — potrebbe avvalersi di tale strumento anche in caso di rilancio della leva.

Vale ovviamente la raccomandazione di verificare, allora, lo stato attuale delle leggi: eventuali modifiche del sistema di “leva/riserve” potrebbero ridefinire requisiti, soglie, modalità di accesso a dispense o esenzioni.

Le incognite aperte

Anche se oggi si discute concretamente di ripristino, diversi fattori rendono incerto chi davvero sarebbe chiamato. La proposta presentata dal ministro Crosetto sembra orientata verso un modello non obbligatorio ma di volontariato/riserve. Non è quindi detto che la leva torni come negli anni passati: la coscrizione generalizzata appare al momento poco gradita anche da parte di forze politiche che sanno quanto sarebbe difficile — logisticamente, socialmente e culturalmente — reintrodurla.

Inoltre, se anche la leva obbligatoria fosse riattivata, non è automatico che tutti i “bilanciamenti” attuali (dispense, esenzioni, esoneri) vengano riproposti nella stessa forma: la legge potrebbe cambiare criteri, limiti, soggetti esclusi o inclusi. Infine la distinzione tra leva obbligatoria, leva volontaria, servizio riservistico o altre forme — tutte sul tavolo — rende oggi ogni previsione parziale.

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