
Una nuova e infuocata polemica ha investito lo studio di Dritto e Rovescio, dove lo scambio tra Alessandro Cecchi Paone e Gianluigi Paragone è rapidamente degenerato in una lite dai toni durissimi. Il confronto, nato attorno al tema delle condizioni di vita di alcuni minori, ha messo in evidenza visioni completamente opposte sulla tutela dell’infanzia e sul ruolo dei servizi sociali.
Tutto è iniziato quando Cecchi Paone ha denunciato la situazione di una casa definita inadatta ad accogliere dei bambini, sostenendo la gravità delle condizioni rilevate. Paragone è intervenuto immediatamente, mettendo in discussione il suo punto di vista e alimentando il clima già teso della serata.

Il confronto si accende
Il dibattito si è infiammato quando Cecchi Paone ha alzato il tono affermando: “Quella casa è poco sana, poco comoda, poco sicura, poco igienica. E non lo dico io, lo dicono un anno di sopralluoghi”. Una dichiarazione che ha portato Paragone a interromperlo con: “I servizi sociali!”, contestando implicitamente la ricostruzione dell’interlocutore.
La replica di Cecchi Paone è arrivata immediata e irritata: “Non li vuoi i servizi sociali? Quante volte abbiamo dovuto dire perché non sono andati i servizi sociali prima che una bambina venisse, ammazzata, stuprata, mandata via chissà dove, o buttata giù dai tetti”. Le sue parole hanno richiamato altri casi di cronaca, evidenziando il rischio di sottovalutare situazioni potenzialmente pericolose.
Paragone ha ribattuto sostenendo che non ci fosse un problema specifico legato alla vicenda in discussione: “Ma quei bambini stanno benissimo, stanno con i cavalli”. Un’affermazione che ha riacceso la tensione, generando la furia di Cecchi Paone.
"Quella casa è poco sana, poco comoda, poco sicura e poco igienica: lo dicono un anno di sopralluoghi dei servizi sociali".
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) November 27, 2025
Alessandro Cecchi Paone a #drittoerovescio sulla casa della famiglia che vive nel bosco pic.twitter.com/kBz0XDNF1D
Il nodo della questione
Cecchi Paone ha risposto precisando che il suo discorso aveva un valore più ampio: “Non sto parlando di questi bambini. Sto parlando in generale del fatto che non possiamo decidere cosa è eticamente giusto. Possiamo decidere quali sono i livelli minimi di qualità della vita per l’infanzia. Qui non ci sono. Voi vivreste con 1 grado sottozero, con una sola stufa, senza acqua corrente, senza elettricità? Ci vivreste?”
Paragone ha provato a ridimensionare il tema, spostandolo su un piano generazionale: “Noi no ma i nostri nonni lo hanno fatto tranquillamente”, sottolineando come in passato condizioni molto dure fossero la norma.
La conclusione di Cecchi Paone è stata tagliente, una chiusura netta del confronto: “Felici di essere andati avanti, tu sei rimasto nelle caverne”.
Un conflitto che riflette due visioni opposte
Lo scontro fra Cecchi Paone e Paragone evidenzia due prospettive radicalmente diverse: da un lato l’idea che la modernità imponga standard minimi e inderogabili per la tutela dei minori; dall’altro un approccio che richiama modelli del passato e denuncia quella che viene percepita come un’ingerenza eccessiva dello Stato nelle famiglie.
La tensione in studio ha mostrato quanto il tema della qualità della vita dell’infanzia sia oggi terreno di forte conflitto politico e culturale, capace di far emergere divergenze profonde anche tra volti noti del panorama mediatico.


