
La pressione russa sul fronte degli attacchi informatici, dei sabotaggi e delle violazioni dello spazio aereo sta ridisegnando le strategie dell’Alleanza Atlantica. A confermarlo è l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato, che in un’intervista al Financial Times ha anticipato una possibile svolta nelle modalità difensive del blocco occidentale.
«Stiamo studiando tutto», ha dichiarato, spiegando che l’Alleanza oggi si muove soprattutto in modo reattivo di fronte alle operazioni ostili condotte da Mosca. Ma questa postura potrebbe cambiare: essere più aggressivi o proattivi, invece che limitarsi a rispondere agli attacchi già avvenuti, è una prospettiva sempre più concreta nei tavoli tecnici dell’organizzazione.
Secondo Dragone, anche un attacco preventivo potrebbe rientrare nella cornice di un’azione difensiva, se volto a neutralizzare una minaccia imminente. «È più lontano dal nostro normale modo di pensare», ha precisato, sottolineando però che le attuali dinamiche geopolitiche costringono la Nato a valutare scenari prima ritenuti impensabili.
L’intervista giunge in un momento di escalation dei cosiddetti attacchi ibridi attribuiti alla Russia: intrusioni nei sistemi digitali, operazioni sotto copertura, atti di interferenza lungo i confini orientali, campagne di disinformazione coordinate. Episodi che, sommati, rappresentano una pressione costante sulle infrastrutture e sulla sicurezza dei Paesi membri.
Zacharova: “Passo irresponsabile”
“Riteniamo che la dichiarazione di Giuseppe Cavo Dragone sui potenziali attacchi preventivi contro la Russia sia un passo estremamente irresponsabile, che dimostra la volontà dell’alleanza di continuare a muoversi verso un’escalation”. Così in una dichiarazione la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, riferendosi all’intervista sul Financial Times dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare dell’Alleanza atlantica. Lo riporta la Tass. “Consideriamo la dichiarazione come un tentativo deliberato di minare gli sforzi volti a trovare una via d’uscita alla crisi ucraina”, ha aggiunto.

La scelta di un approccio più deciso, ancora in fase di studio, segnerebbe una trasformazione profonda nella strategia dell’Alleanza: non più soltanto deterrenza e risposta, ma anche capacità di anticipare e disinnescare le minacce prima che diventino un danno.
Una linea che, se adottata, aprirebbe un nuovo capitolo nei rapporti già tesissimi tra Nato e Russia.


