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Francesca Albanese, il fronte politico si incrina: cresce la spinta per dire “No alla cittadinanza”

Pubblicato: 01/12/2025 11:57

La cittadinanza onoraria concessa il 6 ottobre a Francesca Albanese dal Comune di Bologna riemerge con forza nel dibattito politico dopo le sue dichiarazioni sull’incursione nella redazione torinese de La Stampa. La relatrice speciale delle Nazioni Unite ha commentato l’episodio sottolineando che “non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno ma al tempo stesso che questo sia un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro”. Una frase che ha immediatamente provocato reazioni nel capoluogo emiliano, riaprendo una discussione già tesa all’interno della maggioranza di centrosinistra, dove non mancano ripensamenti da parte di chi aveva inizialmente sostenuto l’onorificenza. Intanto a Roma è stato vandalizzato un murale dedicato ad Albanese e Greta Thunberg dall’artista aleXsandro Palombo, segnando quanto la figura della relatrice Onu sia diventata terreno di confronto acceso in diverse città italiane.

Le parole che hanno riacceso il caso

Il commento di Albanese sull’incursione negli uffici del quotidiano torinese è stato percepito come un punto di svolta in una vicenda già attraversata da dubbi. L’invito ai media a “tornare a fare il proprio lavoro”, pur accompagnato dalla condanna della violenza, è apparso a una parte del mondo politico bolognese come un’affermazione ambigua, potenzialmente interpretabile come una giustificazione di un atto intimidatorio contro la stampa. Questa interpretazione ha riattivato una discussione che sembrava essersi sopita dopo il voto sulla cittadinanza onoraria, alimentando ulteriori divisioni nella maggioranza.

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Le reazioni del sindaco Lepore e del centrosinistra

Il primo a intervenire è stato il sindaco Matteo Lepore, ribadendo che “nessuna causa giusta può giustificare la violenza contro il giornalismo e contro nessuno”. La presa di posizione ha dato nuovo impulso al dibattito, incoraggiando quanti già nutrivano perplessità sull’onorificenza. Tra i più critici figura il deputato dem Andrea De Maria, secondo cui le dichiarazioni di Albanese sono “incompatibili con Bologna medaglia d’oro della Resistenza”. Anche il segretario del Pd bolognese Enrico Di Stasi ha riaffermato la necessità di condannare ogni aggressione alla stampa. Nel gruppo consiliare, Filippo Diaco ha ammesso pubblicamente di aver sbagliato a sostenere il riconoscimento, mentre Cristina Ceretti, già dubbiosa in fase di voto, ha confermato che oggi non lo approverebbe. Una linea condivisa dall’europarlamentare Elisabetta Gualmini, tra le prime a opporsi alla cittadinanza.

L’iniziativa della Lega e il silenzio di Clancy

Nel clima politico già teso si inserisce l’annuncio della Lega: il capogruppo Matteo Di Benedetto presenterà una richiesta di revoca della cittadinanza, proposta che potrebbe trovare consenso trasversale. A proporre l’onorificenza era stata la vice-sindaca Emily Clancy, esponente di Coalizione Civica, che al momento ha scelto il silenzio, mentre nella sua area politica emergono sensibilità differenti sul ruolo pubblico di Albanese.

Il murale vandalizzato e il messaggio di Palombo

Parallelamente, a Roma è stato vandalizzato il murale “Human Shields” di Palombo, che raffigurava Albanese e Greta Thunberg abbracciate da un miliziano armato. L’opera mirava a riflettere sull’uso di figure pubbliche nei conflitti contemporanei e sulla vulnerabilità dell’attivismo. Il danneggiamento, avvenuto pochi giorni dopo la sua comparsa, conferma quanto la relatrice Onu sia divenuta un simbolo conteso sul piano politico, culturale e comunicativo.

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