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Garlasco, esclusiva Tg1. Parole durissime: “Tanto rumore per nulla”

Pubblicato: 01/12/2025 22:55
Chiara Poggi Sempio

Il controverso caso di Garlasco, che vede al centro l’omicidio di Chiara Poggi, il condannato Alberto Stasi e il nuovo indagato Andrea Sempio, continua a tenere banco nelle cronache giudiziarie italiane. L’ultimo sviluppo ha visto l’intervento dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, che, nonostante sia egli stesso al centro di un’indagine per presunta corruzione in atti giudiziari, ha rilasciato dichiarazioni forti e senza mezzi termini riguardo alla nuova inchiesta.

Venditti ha liquidato l’attuale fase delle indagini, che vede Sempio nuovamente coinvolto, definendola come “Tanto fumo per niente” e anticipando che l’esito finale sarà con ogni probabilità uno scontro tecnico tra i vari periti. L’attenzione mediatica e giudiziaria rimane altissima, oscillando tra il già noto colpevole e il nuovo sospettato, in una trama che sembra non trovare una conclusione definitiva.

Le accuse contro l’ex pm e la sua difesa accorata

L’ex magistrato Mario Venditti non è solo un commentatore esterno, ma è una figura chiave e controversa legata alle precedenti fasi del caso Garlasco, ora al centro di un’indagine separata condotta dalla Procura di Brescia. L’accusa nei suoi confronti è grave: corruzione in atti giudiziari. Nello specifico, si sospetta che Venditti abbia ricevuto denaro in cambio di una richiesta frettolosa di archiviazione per Andrea Sempio, proprio il giovane che oggi è nuovamente indagato, questa volta per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi. Intervistato dal Tg1, Venditti ha respinto l’accusa con forza, non limitandosi a definirla infondata, ma etichettandola come “ridicola”. La sua linea difensiva si basa sull’eccesso di zelo. L’ex pm ha sottolineato come il GIP stesso, nell’ordinanza di archiviazione precedente, avesse riconosciuto un errore procedurale, scrivendo “a chiare lettere” che Venditti avrebbe dovuto fermarsi al rigetto dell’istanza di revisione del gennaio 2017. A suo dire, l’aver proseguito con l’indagine su Sempio fu un semplice “eccesso di zelo” piuttosto che un atto di corruzione.

La battaglia legale sui dispositivi informatici

La posizione di Venditti si è rafforzata sul fronte della battaglia legale per l’accesso ai suoi dispositivi informatici. L’ex magistrato ha incassato ben tre pareri favorevoli dai giudici del Riesame di Brescia. I giudici hanno respinto la richiesta degli inquirenti di poter accedere in modo indiscriminato al contenuto dei suoi dispositivi personali, inclusi PC, cellulari e hard disk. Questo triplice rifiuto non ha fermato la Procura, che ha deciso di presentare ricorso in Cassazione. Nonostante il protrarsi dello scontro giudiziario, Venditti si è detto “soddisfatto” per gli esiti ottenuti finora e attende con serenità il pronunciamento della Suprema Corte.

Il presunto accanimento e il movente

Nelle sue dichiarazioni, l’ex pm ha espresso apertamente la sensazione di essere vittima di un vero e proprio accanimento giudiziario. Quando gli è stato chiesto il motivo di tale insistenza investigativa nei suoi confronti, Venditti ha risposto che questa è una domanda che andrebbe rivolta direttamente agli inquirenti, limitandosi a evidenziare i fatti oggettivi. A suo giudizio, “tre perquisizioni nell’arco di neppure un mese non è una cosa normale”, suggerendo una pressione investigativa fuori dall’ordinario. Questo scenario aggiunge un ulteriore livello di complessità al già intricato caso Garlasco.

Le previsioni sull’esito dell’incidente probatorio

Nel frattempo, l’attenzione della Procura si concentra sull’imminente conclusione dell’incidente probatorio e sui risultati che emergeranno dalle analisi del DNA rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi, il vero snodo della riaperta inchiesta. Nonostante il clamore e l’attesa per la verità scientifica, Mario Venditti mantiene un atteggiamento scettico. L’ex magistrato ha espresso la forte convinzione che, anche in presenza di risultati, la questione si risolverà in un “scontro tra periti”. Questa affermazione suggerisce la previsione di una battaglia legale e scientifica in aula, dove le diverse interpretazioni delle tracce di DNA e delle perizie tecniche finiranno per contrapporsi, prolungando l’incertezza sul vero responsabile dell’omicidio della ventiseienne di Garlasco. Il caso, pertanto, si avvia a una nuova fase processuale caratterizzata da una forte incertezza e da interpretazioni divergenti della prova scientifica.

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