
L’influenza quest’anno ha deciso di arrivare prima. Con un mese d’anticipo rispetto alla media, il virus ha iniziato a correre in tutto il Paese, riempiendo gli ambulatori pediatrici e facendo impennare le segnalazioni di sintomi febbrili. La curva dei contagi è in rapida ascesa e, secondo gli esperti, raggiungerà il picco proprio durante le festività natalizie. A lanciare l’allarme è la Società Italiana di Pediatria (Sip), che invita a correre ai ripari: prevenzione e vaccinazione sono le armi principali per proteggere i bambini e, di conseguenza, famiglie e scuole.
I più piccoli sono i più esposti
Gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: l’incidenza ha raggiunto gli 8,96 casi per 1.000 assistiti, con un balzo significativo rispetto alla settimana precedente. La fascia più colpita è quella dei bambini tra 0 e 4 anni, dove si contano circa 29 casi ogni 1.000 assistiti. Da inizio stagione, l’influenza ha già coinvolto 2,69 milioni di persone. Tra le regioni più interessate figurano Sardegna, Abruzzo, Campania e Piemonte, dove il virus sta circolando con particolare intensità. Il Covid, invece, continua a colpire principalmente gli over 65.
L’anno scorso l’intera stagione influenzale registrò 16 milioni di casi, un terzo dei quali riguardò bambini e ragazzi sotto i 18 anni. Quest’anno, complice l’anticipo dell’epidemia, ci si aspetta una stagione molto intensa, come anticipato dai segnali arrivati dall’emisfero australe e da vari Paesi asiatici già colpiti a ottobre.
Il ruolo dei bambini nella diffusione del virus
I pediatri del Bambino Gesù avevano già acceso un faro a fine ottobre, quando le prime infezioni respiratorie si erano presentate al pronto soccorso con un insolito anticipo. «I bambini hanno un ruolo fondamentale nella circolazione dei virus nella comunità» ricorda la Sip. Per questo motivo la raccomandazione è chiara: vaccinare i più piccoli. Farlo nelle prossime settimane permetterà loro di arrivare protetti al picco previsto tra fine dicembre e inizio gennaio.
Rimandare, avvertono gli esperti, significa aumentare la probabilità di ammalarsi proprio durante la fase più acuta. La vaccinazione è raccomandata per tutti i bambini, in particolare tra i 6 mesi e i 6 anni, e per chi soffre di patologie croniche.
Il virus dominante: H3N2
A dominare la scena è il ceppo H3N2, protagonista dell’inverno australiano e ora molto attivo anche in Europa. È incluso nel vaccino e di norma non causa sintomi particolarmente gravi, ma è noto per la sua capacità di mutare rapidamente. Attualmente circola soprattutto il ceppo K, che mostra una significativa divergenza rispetto al ceppo contenuto nel vaccino, come segnala l’Ecdc. Non ci sono ancora dati sufficienti per valutarne l’impatto sull’efficacia complessiva della vaccinazione, ma gli esperti rassicurano: nei Paesi asiatici colpiti nelle scorse settimane, non sono stati registrati sintomi più severi del normale.
Attenzione anche al virus respiratorio sinciziale
Oltre all’influenza, crescono i casi di virus respiratorio sinciziale (Rsv), particolarmente pericoloso nei bambini molto piccoli. I pediatri raccomandano di parlarne con il medico per verificare l’eventuale idoneità alla protezione con nirsevimab, il farmaco preventivo dedicato ai neonati.
Con l’arrivo dell’inverno e l’anticipo dell’ondata, la parola d’ordine è una: protezione. Perché quest’anno il virus ha iniziato a correre prima. E, come sempre, correrà velocissimo soprattutto tra i più piccoli.


