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Trump, ultimatum a Maduro: “Lascia il Venezuela se vuoi salvarti”

Pubblicato: 01/12/2025 14:42

Gli Stati Uniti hanno confermato di aver avuto un contatto diretto con Nicolás Maduro, ma il dialogo sembra essersi arenato. Il presidente Donald Trump, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, ha ammesso la telefonata ma senza fornire dettagli: «Non voglio commentare. È stata una telefonata», ha detto in modo laconico.

Secondo quanto riportato dal Miami Herald, Washington sarebbe pronta a lanciare attacchi di terra in Venezuela, qualora la crisi non trovasse una soluzione immediata. Le fonti citate dal quotidiano descrivono posizioni «inconciliabili» fra la Casa Bianca e il regime chavista.

Trump avrebbe trasmesso un ultimatum preciso: Maduro può salvarsi insieme alla moglie Cilia Flores e al figlio, ma deve lasciare il Paese «subito». La controproposta venezuelana prevedeva invece una cessione del controllo politico all’opposizione, mantenendo però il comando delle Forze armate, condizione giudicata inaccettabile da Washington.

In un clima già incandescente, il ministro della Guerra USA Pete Hegseth ha pubblicato su X una vignetta provocatoria raffigurante la tartaruga Franklin armata di bazooka su un elicottero. Un messaggio che ha sollevato polemiche, interpretato come una minaccia indiretta ai cartelli della droga e ai narcos attivi nell’area.

Maduro è riapparso in pubblico dopo giorni di assenza, ponendo fine alle voci che lo davano già in fuga. Durante un evento dedicato alla coltivazione del caffè, non ha fatto alcun riferimento agli Stati Uniti, limitandosi a definire il Venezuela «indistruttibile, intoccabile, imbattibile». Intanto Trump ha intensificato gli avvertimenti, parlando di attacchi «molto presto» e dichiarando chiuso lo spazio aereo venezuelano.

Il governo di Caracas ha reagito con una lettera indirizzata all’Opec, accusando gli Stati Uniti di voler «impadronirsi delle riserve petrolifere» più grandi al mondo. Nella missiva si parla di «minacce esplicite e ripetute» che metterebbero a rischio la stabilità del mercato petrolifero internazionale.

Secondo il Miami Herald, il fallimento della telefonata Trump-Maduro sarebbe dovuto a tre fattori: la richiesta di un’amnistia generale, l’intenzione di mantenere il controllo dell’esercito e la tempistica delle dimissioni, che Maduro avrebbe voluto dilazionare fino a 18 mesi. Dopo l’annuncio sullo spazio aereo, Caracas avrebbe tentato di ricontattare la Casa Bianca senza ottenere risposta.

Washington accusa Maduro di guidare il Cartello dei Soli, considerato dal Dipartimento di Stato una «organizzazione terroristica». Sulla sua testa pende una taglia da 50 milioni di dollari, la più alta mai offerta per un leader in carica, mentre sul numero due Diosdado Cabello grava una taglia da 25 milioni.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno rafforzato la presenza militare nei Caraibi, con navi da guerra, un sottomarino nucleare e caccia F-35, nell’ambito della missione Southern Spear. Ufficialmente si tratta di operazioni antidroga, ma gli analisti sottolineano che la potenza di fuoco dispiegata supera di gran lunga gli standard delle normali attività di interdizione.


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