Vai al contenuto

Bimbo separato dalla madre, si ammala di cancro ma lei non può stare con lui: la vicenda che scuote l’Italia

Pubblicato: 03/12/2025 22:05

Una storia che intreccia sofferenza, decisioni giudiziarie controverse e appelli alla pietà umana. Un bambino di 9 anni, allontanato per ben due volte dalla madre insieme al fratello durante un complesso procedimento di separazione, si trova ora ricoverato in condizioni gravissime per un tumore al cervello al quarto stadio. Eppure, nonostante la malattia e il quadro clinico drammatico, alla madre non è consentito fargli visita.

Il caso, già finito in passato al centro dell’attenzione, oggi mobilita anche il Garante per l’Infanzia, che parla di situazione estremamente preoccupante e chiede verifiche approfondite sulla gestione sanitaria del minore mentre si trovava in casa famiglia e successivamente dal padre.

Secondo l’associazione Differenza Donna, ci troviamo davanti all’«esito disumano di decisioni fondate sulla pseudo-diagnosi di alienazione parentale». L’organizzazione esprime sgomento e indignazione per i mesi in cui i malesseri del bambino — vomito, cefalee, svenimenti, alterazioni visive — sarebbero stati interpretati come manifestazioni psicologiche legate alla separazione dalla madre, senza effettuare adeguati accertamenti medici.

La lunga vicenda giudiziaria parte dal primo allontanamento nel 2022, quando i due fratelli furono portati via con un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine e vigili del fuoco. Dopo un rientro temporaneo dalla madre, un nuovo prelievo avviene nell’ottobre 2024, con i minori trasferiti ancora una volta in casa famiglia.

La donna sostiene che i primi segnali di un problema grave apparvero subito dopo il secondo allontanamento: visite al pronto soccorso, sintomi ignorati o derubricati a disturbi psicosomatici, appuntamenti specialistici rinviati per mesi. «C’erano tutti gli estremi per approfondire — denuncia — ma nessuno ha fatto nulla e ora mio figlio è ridotto così. Si è perso un anno: perché?».

La svolta arriva solo nell’ottobre 2025, quando l’aggravarsi delle condizioni porta finalmente alla diagnosi del tumore. Il bambino è stato sottoposto a intervento chirurgico, ma resta in condizioni critiche. Nonostante ciò, alla madre è ancora vietato qualsiasi contatto.

Il Garante dei Minori, Marina Terragni, chiede che la donna possa vedere il figlio «in nome di principi di elementare umanità» e sollecita accertamenti rigorosi per stabilire se vi siano state negligenze, ritardi o mancanze di tutela da parte dei servizi sociali, della struttura e anche del padre, presso cui i bambini risiedono dal luglio 2025.

Una storia dolorosa che apre interrogativi profondi sulla tutela dei minori, sulle procedure di allontanamento, sul ruolo dei servizi territoriali e sull’uso — talvolta improprio — di concetti come l’alienazione parentale. Mentre la battaglia giudiziaria continua, la priorità resta una sola: garantire al bambino dignità, cura e la possibilità di non affrontare da solo il momento più difficile della sua vita.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure