
Una trappola pianificata nei minimi dettagli, un rapimento feroce, torture inflitte per estorcere codici di accesso ai portafogli di criptovalute, e infine un duplice omicidio seguito da un tentativo brutale di far sparire ogni traccia. Sono questi i contorni dell’atroce vicenda che ha coinvolto i coniugi Roman e Anna Novak, scomparsi il 2 ottobre nella zona turistica di Hatta, non lontano da Dubai, e ritrovati senza vita settimane dopo.
Secondo gli investigatori russi, i due sarebbero stati attirati in un incontro da criminali che si spacciavano per potenziali investitori. In realtà, l’obiettivo del gruppo era costringerli con la violenza ad accedere ai loro wallet digitali. Una violenza disumana: gli inquirenti parlano di torture inflitte mentre i due venivano costretti ad assistere l’uno all’agonia dell’altro. Quando i rapitori hanno inserito i codici ottenuti, i portafogli sono risultati vuoti.
A quel punto la coppia è stata uccisa e i corpi fatti a pezzi, occultati in sacchi di plastica e trattati con sostanze in grado di accelerare la decomposizione per distruggere il DNA. I loro resti sono stati rinvenuti nella zona delle montagne Hajar, al confine con l’Oman.
Le indagini, avviate dopo la segnalazione di scomparsa da parte dei familiari, hanno portato a collegare il crimine agli ambienti finanziari e digitali in cui operava Roman Novak. Ex condannato per truffa in Russia, si era trasferito negli Emirati Arabi Uniti usufruendo della libertà vigilata e aveva fondato la piattaforma di criptovalute Fintopio, raccogliendo oltre 300 milioni di sterline prima di essere accusato di nuove frodi. Proprio quella cifra, sospettano gli inquirenti, era il bottino a cui miravano i rapitori.
Un membro del Comitato investigativo russo ha rivelato che gli assassini avrebbero agito con l’aiuto di complici incaricati di affittare veicoli e locali per la detenzione delle vittime. Dopo l’omicidio, gli esecutori materiali si sarebbero liberati di armi ed effetti personali dei due coniugi.
Tre cittadini russi sono stati arrestati a San Pietroburgo dopo essere rientrati dagli Emirati: l’ex agente di polizia Konstantin Shakht e due ex combattenti del conflitto in Ucraina, Yury Sharypov e Vladimir Dalekin. I due militari hanno ammesso le proprie responsabilità, mentre Shakht respinge ogni accusa. Tutti e tre si trovano in custodia cautelare dal 28 dicembre, con indagini ancora in corso sia in Russia sia negli Emirati, e ulteriori arresti considerati probabili.
Gli inquirenti ricostruiscono anche le ultime ore dei coniugi. Accompagnati dal loro autista personale a Hatta, sarebbero poi saliti su un altro veicolo. Novak aveva inviato un messaggio dicendo di essere «bloccato sulle montagne al confine con l’Oman» e di avere un urgente bisogno di denaro. Poco dopo, il silenzio. I telefoni della coppia risultano essere stati spostati in più Paesi, un espediente per depistare gli investigatori.
Roman e Anna Novak ostentavano online uno stile di vita lussuoso, frequentazioni prestigiose e legami — spesso millantati — con figure di spicco come il miliardario Pavel Durov. Un’esposizione pubblica che, secondo gli investigatori, potrebbe aver attirato l’attenzione dei rapitori e sigillato il tragico destino della coppia.


