
La dichiarazione rilasciata dalla premier italiana, Giorgia Meloni, al termine della sua missione in Bahrein, rappresenta un punto fermo nella posizione del Governo italiano riguardo il sostegno all’Ucraina nel conflitto in corso con la Russia. L’affermazione è stata chiara e inequivocabile: l’Italia, pur lavorando indefessamente per la pace, manterrà il suo impegno a fornire aiuti militari a Kiev finché la guerra non sarà conclusa.
Questa linea di condotta, descritta dalla stessa Meloni come qualcosa che il Paese ha sempre fatto, si traduce nell’imminente approvazione di un nuovo decreto di proroga per l’invio di aiuti militari. La premier ha sottolineato che tale provvedimento è una necessità logistica e politica e che la sua implementazione è prevista entro la fine dell’anno, in quanto l’attuale possibilità di inviare supporti scade il 31 dicembre. Meloni ha rigettato qualsiasi interpretazione che veda in questo gesto una volontà di lavorare contro la pace, ribadendo invece che aiutare l’Ucraina a difendersi da un aggressore è un dovere.
La conferma dell’impegno italiano
Il fulcro delle dichiarazioni della presidente del Consiglio risiede nella ferma volontà di continuare il supporto all’Ucraina. Giorgia Meloni ha voluto fugare ogni dubbio sulla continuità della politica estera italiana in questo frangente, sottolineando come l’azione del Governo sia guidata da una duplice prospettiva: la ricerca della pace come obiettivo finale e il sostegno concreto a chi è vittima di aggressione nel presente. L’aiuto non è concepito come un elemento bellicista, ma come lo strumento essenziale per permettere a una nazione di esercitare il suo diritto all’autodifesa. La premier ha chiarito che il decreto è un atto dovuto, una proroga amministrativa e politica per assicurare che il flusso di aiuti non subisca interruzioni. La scadenza del 31 dicembre rende l’approvazione del nuovo provvedimento una priorità assoluta per il Governo italiano.
Dettagli sulla tempistica del decreto
La discussione si è poi spostata sulla gestione logistica e temporale dell’approvazione del decreto. La presidente Meloni ha rassicurato che il provvedimento sarà fatto in ogni caso entro la fine dell’anno, giustificando l’eventuale slittamento della sua discussione in Consiglio dei Ministri come una semplice questione logistica. Ha spiegato che la presenza di più di un Consiglio dei Ministri che ne consente l’approvazione permette al Governo di spalmare i provvedimenti in maniera tale da concentrarsi di volta in volta su ciò che è più urgente. Questo approccio mira a garantire l’efficienza nell’agenda governativa senza compromettere la sostanza dell’impegno. Il decreto è quindi una certezza, e la sua approvazione imminente è parte di una più ampia gestione delle priorità che vede il supporto a Kiev come un elemento non negoziabile della politica nazionale.
L’intervento di Matteo Salvini
A margine delle dichiarazioni della premier, è necessario integrare la posizione di uno dei principali alleati di Governo, Matteo Salvini, leader della Lega e Vicepremier, sul tema del decreto Armi e il supporto all’Ucraina. Salvini ha infatti voluto anch’egli esprimersi in merito al provvedimento. Le sue ultime dichiarazioni hanno confermato la necessità del decreto ma ha anche sottolineato l’importanza di un maggiore controllo e trasparenza sul tipo di aiuti inviati, ponendo l’accento sulla necessità di non depauperare eccessivamente le scorte militari italiane. Salvini ha ribadito l’esigenza di tenere sempre presente la tutela degli interessi nazionali e la sicurezza delle forze armate italiane.


