
La sentenza della Corte d’Appello di Torino chiude un altro capitolo della vicenda che dal 2021 continua ad alimentare un acceso dibattito pubblico: Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour che sparò e uccise i rapinatori Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, è stato condannato a 14 anni e 10 mesi di reclusione. Una decisione che conferma la responsabilità per omicidio volontario plurimo e tentato omicidio, pur riducendo la pena rispetto ai 17 anni inflitti in primo grado.
All’uscita dall’aula, Roggero — oggi 72 anni — non ha nascosto amarezza: ritiene che quella sera agì in legittima difesa, sostenendo che uno dei rapinatori avesse puntato l’arma e che la sua reazione fosse motivata dal timore di un ritorno in negozio per colpire lui e sua moglie. Parole dure anche nei confronti dei giudici, accusati di non aver avuto “coraggio”, e delle famiglie dei rapinatori, che a suo dire non avrebbero mai chiesto scusa.
Nelle ore successive alla sentenza è arrivata la solidarietà politica: fonti leghiste hanno confermato che Matteo Salvini ha scritto personalmente a Roggero per esprimere vicinanza a nome della Lega, riportando così il caso nel campo della discussione pubblica e istituzionale.
La giornata in tribunale è stata particolarmente intensa anche sul piano emotivo: Roggero aveva voluto con sé amici, ex compagni di scuola e conoscenti, che hanno riempito l’aula in segno di sostegno. Un gesto che il gioielliere ha definito una dimostrazione di “affetto” inattesa ma preziosa in un momento cruciale del procedimento.
Ora si attende il deposito delle motivazioni, passaggio determinante per valutare il ricorso in Cassazione. La vicenda continua a interrogare l’opinione pubblica su limiti e interpretazioni della legittima difesa, in un equilibrio sempre delicato tra sicurezza, giustizia e reazione individuale alla paura.


