
Il mondo della musica è in lutto per la perdita di un vero pioniere, una figura che con il suo talento e il suo intuito ha letteralmente plasmato un’epoca. La notizia della scomparsa di uno dei DJ più amati e riconoscibili della scena dance italiana ha scosso tutti: colleghi, fan e chiunque abbia mai ballato sulle sue note. È un addio che riaccende i ricordi di una stagione artistica indimenticabile, un vero e proprio punto di riferimento assoluto. Erano anni in cui i club erano autentici laboratori creativi e le consolle diventavano fucine di stili destinati a lasciare un segno profondo nella cultura musicale.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e vederlo all’opera ricorda la sua incredibile capacità di trasformare ogni serata in un’esperienza collettiva. Non si trattava di semplici selezioni musicali, ma di veri e propri racconti sonori che anticipavano le tendenze e creavano un senso di comunità unico. La sua impronta è rimasta indissolubilmente legata a quegli anni d’oro in cui la nightlife italiana esplodeva di energia, visioni nuove e contaminazioni. E lui, con una sensibilità rara, seppe interpretare e guidare quel fermento con maestria.
Lutto nel mondo della musica: un protagonista di un’era unica
Per tantissimi giovani DJ, che poi sarebbero diventati professionisti affermati, la sua figura ha rappresentato un modello da cui imparare non solo la tecnica, ma soprattutto un modo di stare in consolle, di comunicare con la pista, di sentirsi parte di un momento culturale irripetibile. La sua carriera si intreccia profondamente con la storia stessa dei club italiani, e la sua presenza è rimasta un simbolo indiscusso per almeno tre generazioni di clubbers.
È solo a questo punto che arriva il nome che nessuno avrebbe voluto leggere in queste tristi circostanze: è morto a 67 anni c, al secolo Claudio Rispoli. Uno storico DJ capace di trasformare la sua formazione classica in un’identità artistica riconoscibile e amatissima. Nato ad Ancona nel 1958, aveva studiato pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro, e proprio da quelle origini nobiliari nacque il soprannome con cui sarebbe diventato celebre. “L’avvicinamento alla musica è sostanzialmente una responsabilità della mia famiglia”, raccontò in un’intervista, ricordando come i genitori avessero intuito fin da bambino il suo talento, spingendolo a intraprendere un percorso che inizialmente faticava a vivere con disciplina: “Ero molto vispo come ragazzino”.
Dj Mozart: un talento innato e una carriera leggendaria
Rispoli aveva poi trovato casa a Bagnacavallo, nel Ravennate, dove la comunità si prepara a salutarlo nella chiesa di Santa Maria in Boncellino. La sua storia musicale iniziò prestissimo, quando da adolescente frequentava club iconici come il Paradiso di Rimini e il New Jimmy di Riccione. “Avevo 15-16 anni – raccontò poco tempo fa – e proprietari permettendo, perché c’erano pochi locali che mi facevano entrare, andavo al Paradiso di Rimini dove già veniva suonata tutta la Motown e soprattutto al New Jimmy”.
La vera consacrazione arrivò alla fine degli anni Settanta con l’ingresso alla Baia degli Angeli di Gabicce, uno dei templi assoluti della storia del clubbing italiano, dove diventò DJ resident. Da lì, una carriera luminosa che lo portò in numerosi locali in tutta Italia, affiancando al lavoro in consolle anche quello di musicista e e produttore.
L’eredità di un pioniere: l’afro-funky e oltre
Accanto a colleghi diventati vere icone – l’Ebreo, Gianni Maselli, Spranga, Rubens, Fary – contribuì in maniera determinante alla nascita del fenomeno Afro-Funky, una vera e propria rivoluzione sonora che cambiò per sempre il modo di vivere la pista. Un movimento culturale prima ancora che musicale, capace di creare un linguaggio comune e un feeling immediatamente riconoscibile. Lascia la moglie Rita e i figli. I funerali, curati dalle onoranze funebri L’Orchidea di Bagnacavallo, si terranno sabato alle 9.45 con partenza dalla camera mortuaria di Lugo verso la chiesa di Santa Maria in Boncellino.


