
Le nuove minacce alla sicurezza nazionale arrivano dagli attacchi aerei, dai droni, dal dominio dello spazio, dalla cyberguerra e dalla guerra cognitiva. È il quadro tracciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto durante l’illustrazione del documento programmatico pluriennale alle commissioni Difesa di Senato e Camera, dove è stato rilanciato anche il progetto del nuovo scudo spaziale nazionale.
Crosetto ha sottolineato come il contesto internazionale sia segnato da una crescente instabilità, indicando il Mediterraneo allargato come area prioritaria per la sicurezza. Il Mediterraneo tradizionale, ha aggiunto, resta cruciale per l’approvvigionamento energetico e per i principali flussi commerciali dell’Italia.
In questo scenario, la resilienza nazionale diventa un punto nevralgico, soprattutto nella protezione delle infrastrutture critiche, sempre più esposte ad attacchi ibridi e fisici capaci di compromettere servizi essenziali per il Paese.

Il ministro ha richiamato l’attenzione sull’accelerazione degli Stati Uniti nello sviluppo del sistema Golden Dome, mentre l’Europa e la NATO riconoscono che la principale minaccia fisica arriva ormai dalla terza dimensione: aria e spazio. A questa si affiancano attacchi continui nel dominio cibernetico e della disinformazione, che incidono sulla stabilità delle istituzioni democratiche.
Particolare preoccupazione è stata espressa per il dominio spaziale, sempre più centrale nello sviluppo tecnologico e vulnerabile a rischi di spionaggio e sabotaggio. Il conflitto in Ucraina, ha ricordato Crosetto, è ormai una vera “war of drones”, sospinta da un’evoluzione tecnologica rapidissima e da strumenti avanzati facilmente accessibili anche a soggetti ostili.
Per questo motivo, una delle priorità del nuovo programma di Difesa è la realizzazione del Dome nazionale, definito come un’architettura protettiva capace di garantire superiorità aerospaziale, difesa missilistica e, in prospettiva, sistemi avanzati antidrone. Un progetto da 4,4 miliardi di euro, giudicato ormai indispensabile alla luce di quanto avviene in Israele e in Ucraina.
Accanto allo spazio e all’aria, Crosetto ha evidenziato il ruolo strategico del dominio cyber, fondato su tre pilastri: la valorizzazione del dato, la connettività avanzata e una sicurezza informatica potenziata. Sono previsti investimenti da 500 milioni di euro l’anno per rafforzare questi comparti.
Il ministro ha poi osservato come l’arrivo delle tecnologie quantistiche possa rivoluzionare la difesa cyber, rendendo obsolete le protezioni attuali o, al contrario, talmente efficaci da scoraggiare gli attacchi. Una trasformazione che richiede alla Difesa rapidità e capacità di adattamento.
In conclusione, Crosetto ha ribadito la necessità di costruire uno strumento militare capace di operare nel multidominio, bilanciando forze convenzionali e alta tecnologia. La tecnologia, ha spiegato, non sostituisce l’uomo ma ne amplifica le capacità, diventando l’unico vero vantaggio competitivo nelle nuove sfide strategiche globali.


