
L’irruzione dei collettivi all’interno del Comune di Bologna, culminata con l’interruzione della seduta del Consiglio comunale, ha riacceso il dibattito sui confini della protesta politica e sul rispetto delle istituzioni. L’episodio ha provocato grande scalpore, anche per il coinvolgimento involontario di una classe di studenti in visita istituzionale.
Secondo le ricostruzioni, l’ingresso dei manifestanti sarebbe avvenuto in maniera improvvisa e concitata, generando tensione tra i presenti e creando un clima di forte agitazione. Gli studenti, presenti per assistere ai lavori come parte di un percorso formativo, sarebbero stati costretti a lasciare l’aula rapidamente, visibilmente spaventati.
Il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Matteo Di Benedetto, ha definito quanto accaduto un fatto di “assoluta gravità”, sottolineando come nessun minore dovrebbe trovarsi esposto a simili situazioni durante un momento istituzionale. La tutela dei più giovani, secondo l’esponente politico, dovrebbe restare una priorità assoluta.

Nel comunicato diffuso dopo l’accaduto, la Lega ha ribadito che la violenza – fisica o verbale – non può trasformarsi in uno strumento accettabile di confronto politico. Episodi di questo tipo, si legge, non fanno che compromettere il corretto funzionamento degli organi democratici, sostituendo il dialogo con la pressione e l’intimidazione.
L’episodio del Consiglio comunale viene inoltre collegato a precedenti tentativi di protesta organizzati da gruppi analoghi, che in altre occasioni hanno cercato di impedire lo svolgimento di eventi sportivi o momenti pubblici attraverso azioni ritenute intimidatorie.
Un riferimento diretto è stato fatto ai tentativi di boicottare la partita di basket tra Maccabi Tel Aviv e Virtus Bologna, con modalità considerate simili per dinamica e obiettivi. Gli stessi gruppi starebbero ora cercando di opporsi alla disputa del prossimo match tra la Virtus e l’Hapoel Tel Aviv.
Per Matteo Di Benedetto, proprio la ripetizione di queste iniziative rende ancora più necessario che gli eventi programmati si svolgano regolarmente. Cedere alle pressioni, sostiene, significherebbe aprire un pericoloso precedente che permetterebbe a comportamenti violenti di influenzare l’agenda della città.
Il consigliere ha quindi espresso una condanna netta dell’accaduto, auspicando che gli autori delle irruzioni vengano identificati e chiamati a rispondere delle proprie azioni, nel pieno rispetto delle procedure legali e delle garanzie democratiche.
La vicenda riporta al centro dell’attenzione il tema della tutela delle istituzioni, del funzionamento dei loro organi e della sicurezza dei cittadini. Un impegno che, secondo Di Benedetto, deve partire proprio dai più giovani, che nelle aule pubbliche dovrebbero trovare un luogo di apprendimento e non un motivo di paura.


