
Le sirene sono tornate a risuonare nel cuore della notte, mentre una nuova ondata di missili e droni ha investito l’Ucraina lasciando dietro di sé macerie, paura e una capitale semiparalizzata. L’aria di Kiev e delle città vicine è stata solcata per ore dal rumore degli Kinzhal, i vettori ipersonici che Mosca usa per colpire in profondità e spingere la popolazione verso i rifugi sotterranei. Le prime testimonianze parlano di un cielo segnato da lampi improvvisi e dell’odore acre degli incendi nelle aree industriali, mentre i treni venivano fermati e le squadre di emergenza correvano tra i relitti delle strutture colpite.
L’assalto è proseguito senza pause fino alle prime ore del mattino, con le autorità ucraine che invitavano i cittadini a restare nelle stazioni della metropolitana e nei rifugi più resistenti. I bombardieri Tupolev avvistati in volo hanno alimentato i timori di un attacco prolungato contro le infrastrutture strategiche, già più volte prese di mira per piegare la capacità energetica del Paese. In diverse città si sono verificati blackout improvvisi, mentre le reti elettriche cercavano di reggere l’onda d’urto dei nuovi bombardamenti.
Scontri nella regione di Kiev
Tre persone sono rimaste ferite nella regione di Kiev nel raid cominciato poco dopo la mezzanotte. Secondo i funzionari locali, l’attacco è stato portato avanti con missili ipersonici e decine di droni, diretti soprattutto verso le aree industriali e di servizio pubblico. A Fastiv, 60 chilometri a sudovest della capitale, un uomo di 42 anni è stato colpito da schegge durante il bombardamento che ha distrutto completamente la stazione ferroviaria del centro. L’autorità ferroviaria ucraina ha confermato che la città ha subìto un “massiccio bombardamento sulle infrastrutture”, colpendo anche una fabbrica meccanica.
Ferite anche due donne, di 40 e 46 anni, nel distretto di Vyshhorodskyi, a nord di Kiev, dove gli edifici residenziali sono stati danneggiati dalla pressione delle esplosioni. La regione di Kiev resta uno dei bersagli principali delle operazioni russe, con incursioni sempre più frequenti nelle ultime settimane e difficoltà crescenti nei lavori di ripristino delle linee elettriche e dei servizi essenziali.
Obiettivo centrali elettriche
Le autorità ucraine temono che l’obiettivo principale della Russia sia ancora una volta il sistema energetico nazionale. Nel corso dell’attacco, tre missili Kinzhal sono stati diretti contro la capitale, mentre altre esplosioni sono state segnalate a Dnipro, Zaporizhzhia e Chernihiv. A Kryvyi Rih l’impianto termoelettrico è in fiamme e una seconda centrale sarebbe stata colpita nella stessa Kiev, lasciando mezza città senza corrente. La popolazione ha reagito rifugiandosi nei sottopassi e nelle stazioni della metropolitana dopo l’allarme su possibili attacchi balistici, mentre i soccorsi cercavano di contenere gli incendi e mettere in sicurezza le aree colpite.
Gli attacchi alle infrastrutture energetiche tornano così al centro della strategia russa, nel tentativo di vanificare le riparazioni degli ultimi giorni e colpire la tenuta della rete elettrica ucraina con l’arrivo dell’inverno. L’assenza di elettricità in alcune zone della capitale e delle città vicine conferma l’impatto dell’ultimo raid, uno dei più intensi delle ultime settimane, e apre un nuovo fronte di emergenza per la popolazione e per i servizi pubblici già sotto pressione.


