
La serata che avrebbe dovuto chiudere un’altra pagina amara del campionato viola si è trasformata in qualcosa di molto più cupo. Intorno ai profili social delle compagne dei calciatori della Fiorentina si è scatenata una tempesta di rabbia, insulti e minacce, culminata in messaggi in cui viene augurata la morte dei figli dei giocatori. Un salto oltre ogni confine, che arriva nel momento più fragile della squadra, precipitata all’ultimo posto e travolta da una frustrazione che stavolta ha assunto la forma più vile.
Le compagne hanno iniziato a pubblicare i messaggi ricevuti per rendere evidente la violenza verbale subita. Tra loro Amanda Ferreira, moglie di Dodò, che da ore invita gli autori a non illudersi dell’impunità, ricordando che ciò che accade online ha conseguenze reali. La tensione si respira forte non solo per la crisi di gioco ma per il clima tossico che continua ad avvolgere l’ambiente viola.
Le denunce delle compagne dei calciatori
I post arrivati dopo la sconfitta contro il Sassuolo hanno mostrato chiaramente il livello di esasperazione di una parte della tifoseria. Ferreira ha reso pubblici screenshot in cui qualcuno augura ai figli della coppia di “morire di cancro”, un messaggio che ha scioccato l’intero mondo del calcio e ha acceso immediatamente l’attenzione delle autorità. La compagna di Dodò ha risposto annunciando l’arrivo delle forze dell’ordine: “Aspettatevi la polizia sotto casa vostra, tutto ha un limite”, ha scritto.
Il club, informato degli attacchi, ha attivato i propri canali per supportare i giocatori e le loro famiglie. La linea è chiara: questo tipo di violenza non è più tollerabile e non può essere confuso con la critica sportiva. Il caso è ora destinato a finire nelle mani della polizia postale, che dovrà risalire agli autori delle minacce.
Un clima sempre più pesante intorno alla squadra
La crisi della Fiorentina sta diventando un fenomeno che va oltre il campo, toccando la sfera personale dei calciatori e dei loro familiari. Un salto di qualità pericoloso, che mette a nudo quanto fragile possa essere il confine tra passione sportiva e ossessione. Nelle ultime settimane l’atmosfera era già appesantita dai risultati negativi del gruppo guidato da Vanoli, ma l’ondata di odio delle ultime ore segna un punto di non ritorno.
Il tema resta lo stesso: nella stagione più difficile, la squadra viola si ritrova a dover combattere non solo per la classifica, ma contro una degenerazione del tifo che colpisce gli affetti più vicini ai giocatori. Una spirale che, come ricordano in molti, rischia di allontanare il calcio dalle famiglie e dalla normalità, trasformandolo in un territorio ostile, dove la frustrazione diventa violenza e la violenza diventa minaccia.

