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“Cosa faceva Chiara Poggi”. Clamoroso a Garlasco, i vicino svelano tutto

Pubblicato: 08/12/2025 18:45

Negli ultimi giorni il delitto di Garlasco è tornato con forza al centro del dibattito pubblico. Tra nuove perizie, ricostruzioni e analisi televisive, un ulteriore tassello arriva dal settimanale Oggi, che ha riportato una serie di testimonianze raccolte all’epoca dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Dichiarazioni che offrono un ritratto più sfaccettato della giovane vittima e della sua relazione con Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio.

Chiara Poggi e Alberto Stasi, un rapporto appartato e poco condiviso

Secondo quanto riferito dai conoscenti della coppia, la relazione tra Chiara e Stasi appariva solida in superficie, ma spesso caratterizzata da una certa chiusura verso l’esterno. Diversi amici della ragazza hanno raccontato che il loro comportamento era distaccato, quasi isolato rispetto al resto del gruppo. Chiara non aveva una confidente stabile con cui condividere eventuali difficoltà sentimentali, un elemento che i testimoni definiscono come un tratto costante del suo modo di vivere il rapporto.
Un dettaglio emerso riguarda anche alcune abitudini del fidanzato. Una persona vicina alla coppia ha ricordato che Chiara definiva Stasi “maniaco della pulizia”, spiegando come lui si infastidisse facilmente quando la giovane disordinava qualcosa in cucina o lasciava in giro oggetti. Un’esigenza di controllo, secondo le testimonianze, che talvolta stancava Chiara.

Il lato inedito di Chiara: docile ma pronta a reagire

Il dato più sorprendente raccolto da Oggi riguarda però un aspetto meno noto del carattere della ragazza. Descritta spesso come mite e riservata, Chiara aveva, secondo chi la conosceva bene, una parte più decisa e pronta a farsi valere quando riteneva di avere ragione.
Una vicina di casa, che all’epoca era poco più che adolescente, ha raccontato un episodio rimasto impresso nella memoria: entrando nella sua abitazione, Chiara vide un pacchetto di sigarette e non esitò a rimproverarla.
Le avrebbe detto: “Se non la smetti, lo dico a tuo padre”, mostrando una determinazione insolita rispetto all’immagine più pubblica di ragazza timida e tranquilla.
Quella stessa testimone ha spiegato che Chiara, pur essendo fondamentalmente dolce, poteva diventare assertiva e dura se messa davanti a situazioni che riteneva sbagliate. Un tratto meno noto, ma utile per comprendere la sua personalità nella quotidianità, lontano dall’idealizzazione inevitabile seguita alla tragedia.

Un caso che continua a far discutere

Queste nuove testimonianze emergono in un momento in cui il caso è tornato prepotentemente alla ribalta grazie a nuove ricostruzioni, dubbi sulle perizie e teorie alternative rilanciate da programmi televisivi e opinionisti. Nel susseguirsi di ipotesi, analisi e controperizie, il profilo della giovane vittima riacquista centralità: una ragazza di 26 anni con un carattere più complesso di quanto spesso riportato, divisa tra timidezza e fermezza, tra riservatezza e senso di responsabilità.
A distanza di oltre 17 anni, il delitto di Garlasco continua a sollevare domande, attirare interrogativi e generare nuove narrazioni. E ogni volta che riemerge un frammento della vita di Chiara, la storia appare ancora più dolorosa, ma anche più umana.

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